Dembélé e Messi stendono i bianconeri
Non era decisiva, ma di certo la Juve non esce rafforzata dal confronto con il Barcellona, l'altra squadra insieme ai bianconeri tra quelle al top in Europa in cerca d'autore dopo le turbolenze estive e il cambio di guida tecnica. Il punteggio (2-0) e i tre gol annullati per fuorigioco a Morata, due per questione di centimetri, non devono ingannare. La Vecchia Signora è stata spesso e volentieri in balia dei catalani, che hanno sprecato diverse opportunità e tenuto il pallino del gioco per gran parte del tempo. La sfida a distanza tra Messi e Dybala è stata a senso unico. La Joya non ha mai inciso. E senza le sue invenzioni ai padroni di casa non sono bastate le folate di Kulusevski e gli strappi di Cuadrado per far male alla difesa blaugrana. Se la situazione nel girone di Champions non si complica, complice il pareggio nell'altra gara tra Ferencvaros e Dinamo Kiev, a livello di risultati e di gioco urge un cambio di rotta. Perché nel percorso di crescita la squadra di Pirlo mostra ancora troppi alti e bassi. Il recupero di alcuni giocatori importanti, come Ronaldo e Chiellini, non potrà che aiutare ma intanto nelle prossime sfide, a cominciare da quella di campionato con lo Spezia, la Juve non potrà più sbagliare.
Il biglietto da visita con cui si presenta il Barcellona è un salvataggio miracoloso di Bonucci su Messi dopo un errore da matita blu di Demiral, un bolide da fuori area di Pjanic e un palo che trema ancora di Griezmann. I primi 180 secondi da incubo della Juventus sono solo il preludio a una gara di sofferenza e di attesa. Perché i catalani fanno un gran possesso, riescono sempre a liberare uno dei loro talenti sulla tre quarti. In una di queste fiammate, dopo un lancio illuminante di Messi per Dembélé, gli ospiti passano. La percussione del francese si conclude con un tiro che viene sporcato da Chiesa quanto basta per rendere la traiettoria imprendibile per Szczesny. La Vecchia Signora reagisce più di pancia che di testa: ma produce due reti per fuorigioco di Morata e poco altro. Il 4-4-2 geometrico di Pirlo non lascia molto spazio alla fantasia. Le cose migliori arrivano dall'out destro, perché la forza fisica di Kulusevski e le folate di Cuadrado per lo meno spaventano i blaugrana. Chiesa invece è fuori dalla partita, abbandonato a se stesso sulla fascia opposta, Dybala è generoso ma non trova mai gli spazi per incidere, ingabbiato dalla retroguardia avversaria.
Il Barcellona comanda le operazioni, fa sembrare la Juve piccola piccola, ma pecca di concretezza. Perché la splendida combinazione al 22' tra Griezmann e Messi viene sprecata incredibilmente dalla Pulce, il cui diagonale si spegne sul fondo. E, poco dopo, a causa di una palla persa da Chiesa, è Dembélé a pasticciare davanti a Szczesny, che tiene in qualche modo i suoi in partita con un doppio intervento salva-risultato. Nella ripresa il possesso degli spagnoli risulta meno efficace – anche perché de Jong nel frattempo si è abbassato in difesa con l'inserimento di Busquets in mediana – e la Juve ritrova almeno un po' di coraggio. Complice la terza rete della serata annullata per offside, per questione di centimetri, a Morata, su invito di Cuadrado. I bianconeri alzano il baricentro ma si espongono alle ripartenze dei blaugrana, che annusano il pericolo e tornano a premere sull'acceleratore per chiudere la partita. A cominciare da Messi, il cui tiro a giro termine sul fondo di poco. Se la Pulce sale in cattedra il diez dal lato opposto, Dybala, sparisce con 45' d'anticipo. E i tentativi, generosi, di Rabiot, Kulusevski e McKennie, la più classica delle mosse della disperazione, non cambiano la storia del match. Anzi, nel recupero gli ospiti – in superiorità numerica nel finale per l'espulsione per doppia ammonizione di Demiral – trovano il punto della sicurezza con Messi su rigore concesso per un ingenuo fallo di Bernardeschi. Al momento, questa Juve può fare poco di più. E a suo modo, per Pirlo e i vertici bianconeri, è un campanello d'allarme.