Obiettivo capire se lo strappo tra l'allenatore e la società è insanabile o ci sono ancora le condizioni per far proseguire
Sono le ore decisive per il futuro della panchina dell'Inter. L'attesa del mondo nerazzurro è tutta rivolta al vertice chiarificatore tra Antonio Conte e la società, reso inevitabile dallo sfogo del tecnico dopo il ko nella finale di Europa League.
Da una parte del tavolo il salentino, dall'altra Zhang, Marotta e Ausilio: obiettivo, capire se lo strappo è insanabile o ci sono ancora le condizioni per far proseguire un matrimonio che negli ultimi mesi si è fatto sempre più traballante, nonostante i risultati siano da considerare più che soddisfacenti. E promossi dall'ex presidente Massimo Moratti: "Conte ha fatto una grande prima stagione, le sue capacità non possono essere discusse. Ha fatto molto bene e ottenuto ottimi risultati".
L'appuntamento è fissato per oggi in luogo sconosciuto, ma alcuni rumors sostengono che già questa sera potrebbe muoversi qualcosa. I giorni seguiti alla resa di Colonia sono trascorsi all'insegna del silenzio e della riflessione. Anche se i dirigenti, sottotraccia, hanno avviato un lavoro di mediazione. E se le parole post-finale di Conte sembravano fare da preludio all'imminente divorzio e a bocce ferme la sensazione resta ancora quella di una difficile riconciliazione causa diversità di vedute, l'esito dell'incontro non pare più così scontato.
Si gioca una partita dove entrambe le parti devono compiere un passo in avanti verso l'altra. Proprietà e dirigenza, è il pensiero del salentino – tecnico che non si accontenta di annate di 'transizione' ma punta sempre e subito a vincere – devono offrire precise garanzie. Ovviamente sul mercato, con investimenti condivisi che consentano alla squadra di salire ulteriormente di livello e poter competere per lo scudetto e in Europa. Ma anche legate alla gestione dell'ambiente.
Il tecnico vuole maggior protezione da parte della società e non vivere più la sensazione di essere abbandonato nei momenti più difficili, gestendo – a suo parere – da solo situazioni che finiscono inevitabilmente in pasto ai media. Dall'altra parte, invece, c'è il club che non intende tollerare più dal tecnico sfoghi e polemiche a favore di telecamera, anche se fa parte del personaggio Conte segnare le proprie esperienze con 'maldipancia' a un certo punto difficilmente sanabili. E, soprattutto, i vertici nerazzurri difendono e non intendono di certo sminuire gli ingenti investimenti fatti in questa stagione. Per rinforzare la squadra e per rinforzare la panchina, beninteso: l'ingaggio di Conte si aggira tra gli 11 e i 12 milioni di euro, netti, a stagione. Mica bruscolini, anche per uno come mister Suning, che di certo non ha problemi di liquidità.
Ecco perché, se divorzio sarà, l'Inter non intende procedere all'esonero: l'obiettivo è quello di arrivare a una risoluzione con buonuscita. In ogni caso, l'intenzione è quella di non trascinare a lungo la questione. La società vuole procedere sulla via del dialogo, ma il tempo stringe: manca poco meno di un mese all'inizio del campionato e iniziare la preparazione senza la casella del tecnico scoperta non è la cosa più indicata. In pole per la panchina resta Massimiliano Allegri, che replicherebbe in nerazzurro la staffetta vista già nella Juventus. Il toscano, già contattato da Marotta nelle scorse settimane, è anche tentato dal Psg, ma al momento preferirebbe restare in Italia. E la prospettiva di sfidare due delle sue ex squadre, Juve e Milan, è allettante. Il livornese aspetta una chiamata per tornare nel cast dei protagonisti del campionato.
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