Stasera a Colonia la sfida con il Siviglia

Ha in testa una sola parola, o meglio un solo verbo, Antonio Conte alla vigilia della gara che potrebbe segnare la svolta definitiva della sua avventura in nerazzurro: vincere. Ovvero il pensiero fisso che lo accompagna da quando allena. Ora che la conquista del suo primo trofeo internazionale dista appena 90 minuti (o forse 120), non c'è più tempo per guardarsi indietro o tergiversare. "Sono occasioni che possono ritornare ma a volte non ritornano. C'è solo un modo per entrare nella storia del club, vincere – ha sottolineato l'ex ct della nazionale alla vigilia della finalissima con il Siviglia – Da calciatore di finali ne ho giocate tante, ho vinto ma ho anche perso. E la gente si ricorda solo quando vinci. Dobbiamo esser orgogliosi di aver raggiunto una finale dopo dieci anni, ma al tempo stesso sapere che la storia la scrive poi chi vince". La dolce notte di Madrid e i ricordi del Triplete sono lontani e l'Inter, dopo un decennio con molte ombre e poche luci, vuole tornare a brillare nell'ultimo atto dell'Europa League. "Sono 10 anni di attesa senza essere protagonisti e per un club come l'Inter sono tanti", ha ammesso Conte, bravo a dribblare le ingombranti domande sul suo futuro che, a prescindere da come andrà venerdì sera, torneranno d'attualità una volta che il campo avrà emesso il suo verdetto. "Negli ultimi anni ho imparato a vivere i momenti. Mi sto godendo una conferenza stampa di fianco a due campioni come Handanovic e Godin – ha spiegato – Oggi mi sto godendo questo momento, domani cercherò di vivermi la finale. Questo ho imparato nella mia carriera, vivere il momento e pensare a quello che è adesso, vivendo a 360° senza rimpianti".

L'Inter si aggrappa al carisma e all'esperienza di due leader come il portiere sloveno ("questa finale deve essere un punto di partenza") e lo sceriffo di Spagna ("non ci sono consigli, dobbiamo giocare con il cuore") per contrastare il Siviglia, che questo trofeo se l'è aggiudicato ben cinque volte. "Dobbiamo mettere in campo tutto noi stessi, dimostrare di voler alzare di più la coppa. C'è voglia, entusiasmo, determinazione. Meno esperienza, perché affrontiamo una squadra che in questi anni ha avuto una storia importante in questa competizione", ha evidenziato Conte, che ammette come gli andalusi siano "leggermente avvantaggiati rispetto a noi" ma auspica che "i ragazzi scendano in campo tranquilli, liberi di testa ma determinati". E, soprattutto, senza paura. "E' una parola che non esiste nel mio vocabolario – ha ricordato riprendendo il concetto già espresso prima della 'manita' allo Shakhtar – Abbiamo rispetto per il Siviglia, ma se siamo arrivati qui è perché abbiamo le nostre carte da giocare, e cercheremo in tutti i modi di farlo". A Lukaku e Lautaro Martinez, che guideranno il consueto 3-5-2 che non prevede sorprese per l'ultimo atto della manifestazione, il compito di confermarsi jolly dal mazzo. E riportare a oltre 20 anni dal trionfo del Parma di Malesani la coppa in Italia.

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