La svolta parte da Zlatan: due vittorie consecutive nelle ultime due gare per la squadra di Pioli che non ha più paura
É sempre più effetto Ibra. Gli occhi rossoneri con cui sui social si era annunciato due settimane alla tifoseria milanista sembrano aver già stregato il Diavolo che ha ritrovato anima e cuore, rabbia e quella vena perduta di aggressività, doti necessarie ma che si erano dissolte e che lentamente stanno riemergendo. L''alchimista' svedese, seppur a risparmio energetico, sembra aver dato la svolta alla squadra di Stefano Pioli alla seconda vittoria consecutiva tra campionato e Coppa Italia facendo pesare la sua presenza anche dalla panchina. Nella sfida contro la Spal il talento svedese non è entrato in campo ma a suo modo ha dato slancio e vigore alla squadra, gesticolando, gridando, mimando schemi e passaggi, esultando come al gol di Theo Hernandez con cui il Diavolo ha chiuso il discorso qualificazione ai quarti di Coppa Italia.
Il Milan non sembra più quella squadra impaurita di qualche settimana fa, non teme l'avversario, non si fa imbrigliare, non arretra, prova e rischia, inventa e sbaglia ma a volte ci… azzecca. Piatek a San Siro è tornato al gol che su azione gli mancava dallo scorso 20 ottobre, Castillejo e Theo Hernandez (a quota cinque centri come il polacco) hanno inventato reti da applausi, celebrate proprio da Ibra, pronto a scendere in campo per le prossime sfide, quelle determinanti per risalire la classifica, riconquistare fiducia e vedere il prima possibile la zona europea. Il calendario, nei prossimi tre turni prima del derby del 9 febbraio, non è proibitivo: Udinese (domenica prossima alle 12.30) e Verona in casa, inframezzate dalla trasferta a Brescia.
E' probabilmente ancora prematuro per i tifosi rossoneri pensare in grande ma l'aria che si respira è quella di una rinascita e lo stesso Pioli lo conferma sottolineando quanti pesi la presenza di Ibrahimovic su umori e autostima. "Ci dà tantissimo anche se non gioca", ha confessato ieri sera il tecnico mai visto così disteso. Al punto da avventurarsi in seppur sussurrati proclami: "Tutte le grandi vogliono alzare un trofeo". E l'asticella delle ambizioni dunque subisce una leggera levitazione alla luce anche dei nuovi arrivi. "Per me il Milan è sempre stato un sogno, quando c'è stata la possibilità l'ho colta al volo. Sono contento di essere qui, è un piacere, è una grande società e quando giri per Milanello senti la storia", ha dichiarato l'ex difensore dell'Atalanta, Simon Kjaer, presentato oggi ufficialmente.
"Quando un idolo come Maldini ti chiama al Milan, è sempre speciale. La carriera di Paolo merita il massimo rispetto, con me è stato molto gentile. Io sono qui per rimanere, questo è il mio obiettivo Le qualità ci sono, ma è troppo presto per pensare alla fine del campionato. Ora dobbiamo solo dare il massimo per arrivare più in alto possibile", ha aggiunto il danese. E anche il neoacquisto del Milan, Asmir Begovic, nuovo secondo portiere rossonero che ha preso il posto di Pepe Reina, è apparso influenzato dall'effetto Ibra: "Dobbiamo giocare ogni partita al massimo e dare tutto per questo club, non c'è ragione per cui non possiamo competere con le migliori squadre. In questo spogliatoio c'è grande qualità e anche un giocatore come Zlatan, che è un leader, un vincente, che si aspetta sempre il meglio da se stesso e dai compagni". Ecco perché il ritorno a casa dello svedese non si sta rivelando solo una necessità per il marketing e il botteghino e neppure una esigenza tecnica per sbloccare la stagione. Ha di fatto inculcato un modo diverso di ragionare. Da Milan.