Amareggiato il presidente della Viola: "Voglio una Fiorentina di successo, ma per stare in alto servono infrastrutture"
"Sono deluso perché ho letto che la questione stadio va avanti da 30 anni. L'intenzione mia è di andare fast, ma forse sto capendo che ci vuole tempo a fare le cose in Italia". Sono le parole che questo pomeriggio, incontrando i giornalisti, il presidente della Fiorentina Rocco Commisso ha usato per esprimere la sua amarezza per come sta procedendo la vicenda del nuovo stadio per la squadra viola, alla luce del prezzo che è stato indicato dai periti per l'acquisto dell'area Mercafir, stimata 22 milioni di euro, e degli ostacoli che la soprintendenza alle belle arti ha posto per un eventuale restauro dell'Artemio Franchi.
Così, l'iniziale entusiasmo che aveva Commisso dopo l'acquisto della Fiorentina, quando aveva spiegato che a lui piace fare le cose "fast, fast, fast", con la speranza di poter avere uno stadio di proprietà entro 4 anni, è andato progressivamente scemando. E il rendimento della squadra, che staziona nei bassi fondi della classifica, non gratifica gli sforzi del patron viola. Del resto, rinforzare l'organico, per renderlo competitivo ad alti livelli, richiede un aumento cospicuo dei ricavi, che al momento sono ben al di sotto di quelli dei grandi club europei e italiani. E senza uno stadio di proprietà è difficile raggiungere l'obiettivo di far crescere i ricavi.
"I venti club che ricavano di più in Europa – spiega Commisso – hanno ricavi molto più elevati della Fiorentina. La media è 417 milioni di euro l'anno in tre componenti: commerciale, televisione, e ricavi delle partite. Nell'anno 2017-18 la Fiorentina ha avuto ricavi per 84 milioni. Come si possono spendere i soldi se i ricavi sono questi? Voglio una Fiorentina di successo, di sicuro voglio che stia stabilmente nella parte sinistra della classifica. Senza giocatori è difficile raggiungere i posti più alti della classifica. Per stare in alto bisogna avere infrastrutture. Bisogna avere uno stadio che ci porti ricavi, specie il giorno della partita. Speriamo di poter far il nuovo stadio qui a Firenze. Ribadisco le mie tre richieste: costi giusti, controllo totale dell'opera e fast, fast, fast. Voglio controllare quello che ho. L'intenzione di fare lo stadio c'è stata dal primo giorno e continuiamo a credere di poterlo fare. Speriamo che il Comune ci aiuti a raggiungere i successi".
Secondo il presidente della Fiorentina, la soluzione di uno stadio nell'area Mercafir non è ottimale. "I 22 milioni per l'acquisto del terreno sono tanti, poi c'è l'Imu, i costi per la ristrutturazione della vecchia Mercafir – osserva Commisso – Non voglio dire al Comune cosa deve fare, ma in questi casi ci sono anche i negoziati. Aspettiamo il bando, poi decideremo se partecipare oppure no, ma penso di sì. Ma dobbiamo avere più opzioni". Tra le ipotesi che circolano, oltre a quella di costruire un nuovo stadio in un comune limitrofo a Firenze. Campi Bisenzio da tempo ha dato la sua disponibilità, e i proprietari del terreno su cui potrebbe essere costruito il nuovo impianto, "hanno chiesto un prezzo molto, molto più basso rispetto a quello della Mercafir", rivela il presidente della Fiorentina.
Esiste anche la possibilità di prendere in concessione l'area Mercafir invece di acquistarla. "E' Possibile", ammette Commisso. Che non esclude neppure l'ipotesi che si torni all'idea originaria del restyling del Franchi. "Può darsi che domani si ricominci a pensare se possiamo fare qualcosa al Franchi". Intanto, però, c'è da portare la Fiorentina fuori dalla zona retrocessione. E il mercato di gennaio è un'opportunità per rinforzare la rosa. "Ho dato l'ok per gli investimenti. Ho detto che non voglio giocatori per sei mesi, ma a lungo termine. Vogliamo una squadra più forte", conclude.
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