I biancocelesti battuti 2-0 dai francesi ed eliminati dal torneo
Niente miracoli. Soprattutto se mancano volontà, coraggio e furia agonistica. La Lazio saluta l'Europa League finendo battuta 2-0 dal Rennes, nella sfida per la quale era necessario quantomeno vincere per poi sperare in una eventuale vittoria del Celtic sul Cluj, svanita con il 2-0 senza storia dei romeni. Ma fin dai primi minuti la formazione di Inzaghi, imbottita di riserve, ha mostrato la sua faccia più triste, scarica, demotivata, poco incline alla battaglia e all'arrembaggio optando tutto sul campionato e tralasciando il torneo continentale alla luce anche di una qualificazione già comunque compromessa, segnata dalla stranissima sconfitta subita nella prima partita contro il Cluj.
L'assenza di tiri in porta nel primo tempo fotografa al meglio l'atteggiamento avuto dalla squadra di Inzaghi che ha cercato di scuotere e motivare i suoi senza però ottenere grandi risultati. Il gol subito su calcio d'angolo realizzato da Gnagnon, autore di una doppietta, è anche frutto di una 'dormita' collettiva, indice della scarsa attitudine nell'affrontare un match che doveva essere giocato senza calcoli ma che la Lazio ha subito interpretato nel peggiore dei modi concedendo fin dai primi minuti l'iniziativa agli avversari senza mai pungere o tentare di ribaltare il match una volta in svantaggio.
Prosegue il turn over di Inzaghi che tra i titolari mantiene solo Acerbi, Lazzari, Immobile e Luis Alberto affidando la porta a Proto in porta, alla sua seconda presenza stagionale. Largo ai giovani anche per il Rennes con il tecnico Stephan ch dà una chance da titolari ai diciottenni Da Cunha e Gboho con Siebatcheu a guidare l'attacco. La Lazio dopo aver subito in avvio l'aggressività dei francesi, prova ad alzare il baricentro, aumentare ritmo e qualità e incidere ma si fa segnalare solo per una percussione di Parolo. Il primo vero brivido arriva al 24' con un sinistro velenoso da fuori area di Siliki. Proto è attento, si allunga e schiaffeggia la palla oltre il palo. Gli esterni della Lazio sono troppo defilati e il Rennes ne approfitta, prende coraggio e torna a prendere il sopravvento. I biancocelesti perdono palloni banali anche per la pressione dei bretoni e l'atteggiamento poco propositivo della squadra di Inzaghi, incapace di affondare, viene pagato a caro prezzo al 30' per una serie di disattenzioni: sugli sviluppi di un corner colpo di testa di Boey che anticipa Acerbi, Gnagnon riesce a girarsi in area e non dà scampo a Proto. La Lazio particolarmente sottotono si spegne, non trova la forza e la volontà di reagire continuando a subire gli assalti del Rennes che sfiorano il raddoppio con Da Cunha su una 'dormita' di Vavro. Francesi nettamente superiori in ogni reparto chiudono meritatamente in vantaggio la prima frazione.
Nella ripresa il match, destinato a scivolare via senza emozioni alla luce anche del doppio vantaggio del Cluj sul Celtic che spegneva ogni possibile speranza ai biancocelesti, si infiamma al 55' per una rissa in campo con il portiere Salin che si fa una corsa di 30 metri per poi andarsi a scagliare contro Luis Alberto. Inzaghi per evitare altre complicazioni lo sostituisce con Berisha ma il match resta comunque teso per una serie di interventi fin troppo energici. Più che sbloccare il risultato c'è da calmare gli animi e traghettare la sfida verso la sua conclusione senza pericoli. Vavro rischia un infortunio al ginocchio cadendo male su un contrasto e il tecnico concede spazio al giovane Luca Falbo, Immobile mai incisivo finisce per essere sostituito in modo da essere preservato in vista del campionato. E' questo il principale obiettivo dei biancocelesti, impegnati a guadagnarsi un posto in Champions League. Lo si era capito pochi minuti dopo il fischio d'inizio e nel finale di questo match senza storia quando Gnagnon, ancora lui, realizza un facile tap-in dopo un diagonale di sinistro di Tait.