Serie A, Toro e Milan per il riscatto. Giampaolo: “A rischio? Non ci penso”

I granata ricevono i rossoneri nella gara che chiude la quinta giornata. Il tecnico dei milanesi chiamato a mostrare segni di miglioramento dopo l'avvio incerto e la netta sconfitta nel derby. Ma anche Mazzarri deve dare segnali

In cerca di riscatto e di una fiducia che nelle ultime partite è evaporata senza lasciare traccia. Per Milan e Torino i conti non tornano e in realtà neanche i sorrisi. Reduci da prestazioni deludenti e incolori le due formazioni sono chiamate all'Olimpico, nel posticipo serale del turno infrasettimanale di campionato, a riprendere la corsa, rimettersi in carreggiata e riconquistare punti preziosi utili per ridare riassetto alla squadra e maggiore convinzione. In casa rossonera l'aria post-derby è pesante, la sconfitta senza appello rischia di lasciare lunghi strascichi ma il tecnico Marco Giampolo non arretra, resta fedele a se stesso e alle sue idee e invita subito ad una reazione decisa. L'obiettivo è ripartire in fretta per sottolineare che la strada che è stata avviata è quella giusta e che il tempo sarà il principale alleato della rinascita rossonera. "Posso immaginare la delusione dei tifosi, abbiamo il dovere di ripartire e rimettere le cose a posto. Dobbiamo rialzarci, la squadra è sempre più fidelizzata, lavora bene e ha saputo mettere da parte la delusione del derby", garantisce il nuovo tecnico rossonero che chiede maggiore coraggio alla squadra, che vanta un record negativo, quello di essere la meno prolifica del campionato. "Non bisogna lasciarsi sconfiggere sapendo che quella è una partita che non si può giocare più. Dobbiamo ripartire con convinzione, ma deve essere sentita e non forzata – ha aggiunto – Sappiamo quello che dobbiamo migliorare per essere più forti, convincenti e padroni della partita. Conosco le difficoltà che stiamo incontrando e stiamo lavorando sulle soluzioni".

Il tecnico, bersagliato in settimana da Silvio Berlusconi, non si sente sulla graticola: "A rischio? Non credo e non ci penso nemmeno. Io penso solo a fare bene il mio lavoro. Il tempo è mio alleato e il mio primo nemico. Sono consapevole che il Milan è un'altra storia, ha milioni di tifosi e ha vinto trofei. Ma io ho bisogno di tempo e vado avanti coerentemente con il mio modo di essere". Ammette che con la dirigenza si sono scambiati dei pareri "ma senza niente di particolare" e non intende affrontare la questione Champions, l'obiettivo minimo da raggiungere: "Il quarto posto significa poco, devi lavorare per meritare il meglio, non fissare l'obiettivo. Arriveremo in base alla qualità del nostro lavoro". Il colpo del derby però è evidente e si è fatto sentire e mai come stavolta il tecnico, avaro di sorrisi, mette sul piatto l'aspetto mentale e chiama in causa i giocatori d'attacco. "Piatek non è un caso ma si deve creare di più. Suso trequartista non mi dispiace ma dobbiamo ancora trovare la quadra tra i sei attaccanti che ho a disposizione". Contro i granata si esclude il turn over: "Le scelte che farò sono in funzione della partita e non dell'eventuale turn over". A Torino Milan con Calabria (dopo il turno di squalifica), Hernandez, Bennacer (per Biglia) e Leao, in vantaggio su Rebic.

Partita delicata, tutto cuore e passione, coraggio e furore, quella che attende il Torino, dopo le due sconfitte con Lecce e Sampdoria. Il tecnico Walter Mazzarri vuole un Toro arrabbiato e le sue parole sono chiare: "I ragazzi vanno supportati e aiutati da parte di tutto l'ambiente granata. Io ho detto certe cose dopo la Samp perché devo dare morale ai miei ragazzi. Se hanno orgoglio lo dimostrino domani. Io spero siano un po' arrabbiati". Possibile Verdi in campo dal primo minuto anche se il tecnico frena: "È uno dei giocatori più pagati nella storia del Torino. Ma non é che li risolve tutti lui i problemi. Non é Maradona che cambiava le sorti della squadra. Speriamo che possa darci quello che é mancato l'anno scorso. Quando non sei al 100% soffri, soprattutto quando sei un bravo giocatore". Mazzarri è anche tornato sul fallo ai danni di Lyanco e sulle proteste in occasione del gol doriano: "Se cerco delle scuse lo faccio per difendere e proteggere i miei giocatori".