Scegliere fra Messi e Ronaldo è impossibile: sono diversi ma allo stesso tempo simili nella voglia di vincere e di primeggiare sempre e comunque
A Milano Cristiano Ronaldo segna il gol numero 600 in carriera nelle squadre di club, a Barcellona Leo Messi con il suo 34esimo centro stagionale alza al cielo la decima Liga della sua carriera. I Re sono ancora loro. Segnano entrambi al minuto 62', a un quarto d'ora di distanza l'uno dall'altro. Uno a San Siro, l'altro al Camp Nou due degli stadi più iconici nella storia del calcio. In un modo o nell'altro ci sono sempre loro sotto i riflettori. E non potrebbe essere altrimenti, sono i due giocatori più forti degli ultimi venti anni e ieri sera lo hanno dimostrato ancora una volta. Scegliere fra Ronaldo e Messi è impossibile, sono diversi ma allo stesso tempo simili nella voglia di vincere e di primeggiare sempre e comunque.
Ronaldo con il suo 20esimo gol in campionato, evita alla Juventus la sconfitta nel Derby d'Italia contro l'Inter. Due partite al Meazza e due gol, uno contro il Milan e l'altro contro i nerazzurri così per 'par condicio'. Il fuoriclasse di Madeira si conferma il talismano della squadra di Allegri in una stagione che l'ha vista trionfare in campionato per l'ottava volta di fila ma ancora una volta estromessa dalla Champions. Ronaldo è entrato a suo modo nella storia, unico a vincere in carriera almeno una volta Serie A, Liga e Premier League. E poi i 600 gol in carriera che lo portano sempre di più nell'Olimpo del calcio mondiale. Certo il traguardo dei 1000 gol di Pelè resta lontanissimo, ma era un altro calcio. CR7 in questo momento è il centravanti più letale del Pianeta, uno a cui basta un niente per tramutare in oro tutto ciò che luccica. Ora l'obiettivo è il titolo di capocannoniere del campionato, Quagliarella è avvisato.
"El mejor de los mejores (il migliore dei migliori, ndr)". Il titolo con cui Mundo Deportivo celebra l'ennesima impresa di Leo Messi la dice tutta. Il fuoriclasse argentino è stato l'autentico trascinatore del Barcellona in campionato, con 34 gol e 13 assist. Suo anche il centro decisivo che piega il Levante e regala ai blaugrana il titolo numero 26, l'ottavo negli undici anni e il decimo personale per la Pulce. Il controllo di sinistro, la finta a mandare al bar due avversari e il tocco dolce di sinistro a battere Aitor che fino a quel momento gli aveva parato di tutto. C'è tutto il condensato della classe di Messi in questa rete. Ma neanche il tempo di festeggiare, che mercoledì Leo e il suo Barcellona sono attesi da un'altra tappa fondamentale della stagione: la semifinale di Champions League contro il Liverpool. Sì, perché Messi ha nel mirino altri due traguardi: il terzo Triplette dopo quelli del 2009 e del 2011 con il Barça e agganciare Ronaldo con cinque Coppe dei Campioni vinte in carriera. Una rivalità che è una autentica ossessione: perché l'uno senza l'altro non sarebbero la stessa cosa.
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