Uno scudetto praticamente assegnato alla fine della campagna acquisti. Ormai il campionato serve per allenarsi. Otto anni di trionfi: società seria, valore dell'allenatore, forza dello spogliatoio e organizzazione maniacale. Possibile allungare la striscia: la differenza con le altre è difficile da colmare
Alzi la mano chi si è sorpreso o chi, addirittura, continua a sorprendersi. In fondo, l'ottavo scudetto di fila della Juventus era già stato assegnato l'estate scorsa, in capo all'acquisto galattico di Cristiano Ronaldo e a molte altre cose ancora, compresa la debolezza cronica degli avversari. Restava da stabilire, oggettivamente, la portata del distacco dalla seconda: siderale – adesso si può dire con matematica certezza – se i bianconeri possono festeggiare il trionfo addirittura prima di Pasqua, in assoluta allegria, perché tanto il campionato ormai è una sorta di competizione di allenamento.
Per la verità, nulla è scontato e nulla è dovuto. Se da otto anni la Juventus è lì, davanti a tutti, una ragione c'è. Anzi, ce ne sono tante: dalla concretezza della società, alla valenza dell'allenatore, alla forza dello spogliatoio, all'organizzazione maniacale. Pezzo dopo pezzo, poco alla volta, il presidente Andrea Agnelli ha assemblato un club a in linea con il codice genetico della Famiglia, avviato sul concetto bonipertiano del "vincere è l'unica cosa che conta" e del più recente "Fino alla fine".
La Juventus è forte in campo e fuori, Lo testimonia il fatto che il terremoto causato dal'addio di Beppe Marotta, uno dei principali protagonisti del miracolo bianconero, è stato assorbito senza scossoni. Un cambiamento rumoroso ma non traumatico, nel segno dello svecchiamento dei quadri dirigenziali. Comandano i quarantenni, alla Continassa: Agnelli, Nedved, Paratici. Una nuova Triade capace di garantire continuità: d'altronde, l'obiettivo dichiarato dal presidente nell'autunno scorso, chiacchierando con José Mourinho a margine di una sfida contro lo United, è chiaro: "Otto? Io ne voglio dieci di fila". Sottinteso: scudetti.
La sensazione è che il divario tra i campioni e tutti gli altri non verrà colmato facilmente e in tempi brevi. A dettare legge è il fatturato (di oltre 400 milioni), che diventa il crinale della competitività interna e internazionale. L'emissione di bond avvenuta qualche mese fa è un ulteriore passo nel futuro compiuto dalla società bianconera. Non a caso, la Juventus si è garantita la possibilità di agire con largo anticipo sul mercato (vedi alla voce Ramsey) senza doversi scervellare sul bilancio. Rinforzarsi guardando tutti dall'alto al basso, gestendo la propria superiorità, capitalizzando i successi.