Emozioni con il contagocce: la noia l'ha fatta da padrona
Finisce con un pareggio ad occhiali la sfida fra il Chievo ed il Genoa, ed è un risultato che la dice tutta su una partita che ha visto le emozioni con il contagocce e dove la noia l'ha fatta da padrona per larghi tratti. L'avvio del match è di marca clivense, con l'undici di Di Carlo che guadagna metri di campo e prova ad impensierire la retroguarda avversaria con traversoni dalle fasce. Stepinski si muove molto ma non riesce mai ad anticipare il diretto marcatore per andare a colpire di testa sui cross. I liguri si vedono al quarto d'ora, quando sugli sviluppi di un calcio d'angolo una conclusione di Rolon da posizione interessante viene murata da un avversario. Il gioco è spesso spezzettato dai fischi dell'arbitro, costretto ad intervenire per le numerose scorrettezze, così di conclusioni se ne vedono davvero poche e soprattutto sono sempre troppo deboli e centrali, come quella al trentaduesimo di Jaroszynksi che viene parata senza nessuna difficoltà da Radu. Il ritmo è tutt'altro che alto, la raga è piuttosto sonnolenta e la fotografia del primo tempo è la punizione negli ultimi minuti di Kiyine che l'estremo difensore genoano agguanta facilmente. All'intervallo lo zero a zero sembra inevitabile.
Ad inizio ripresa ci prova ancora Kiyine su calcio di punizione ma stavolta la sua battuta è motlo più pericolosa e la sfera esce di pochissimo a portiere probabilmente battuto. Entrambi gli allenatori provano ad inserire forze fresche mandando in campo Lazovic e Dioussé, ma è il Chievo a provarci di più, come quando al diciottesimo Hetemaj lascia partire un tiro potente ma fuori misura. Al ventiduesimo buon contropiede del Genoa, con Sanabria che va via velocissimo ma non riesce ad angolare il suo tiro favorendo la parata di Sorrentino, ma la vera occasione è tre minuti dopo quando Kouamé salta più in alto di tutti su un calcio d'angolo ma pur impattando bene manda di pochissimo alto sopra la traversa. Alla mezz'or altri cambi, con Di Carlo che inserisce Djordjevic per Rigoni rendendo la squadra più offensiva e Prandelli che ricorre all'esperienza di Pandev richiamando Sanabria, ma la musica non cambia e sono sempre le due difese ad avere la meglio in quasi tutti i duelli con gli attaccanti avversari. Nei minuti finali l'unico sussulto è un calcio di punizione per il Chievo giusto qualche centimetro al di fuori dell'area di rigore, con Piazon che in pratica entra dalla panchina proprio per batterlo, ma il suo sinistro viene respinto con i pugni da Radu. Con questo punto i clivensi arrivano finalmente alla doppia cifra di punti in campionato ma rimangolo desolatamente ultimi in classifica con oramai le speranze di salvezza ridotte al lumicino, mentre il Genoa sale al tredicesimo posto con un vantaggio che oramai sembra abbastanza rassicurante sulla zona calda della graduatoria.
Il tabellino
CHIEVO (4-4-2): Sorrentino; Schelotto, Bani, Barba, Jaroszynski; Léris (dal 48' st Piazon), Rigoni (dal 30' st Djordjevic), Kiyine (dal 14' st Dioussé), Hetemaj; Stepinski, Meggiorini. A disp. Semper, Tanasijevic, Andreolli, Rossettini, Cesar, Burruchaga, Dioussé, Vignato, Pucciarelli, Grubac. All. Di Carlo.
GENOA (4-3-1-2): Radu; Biraschi, Romero, Zukanovic, Criscito; Rolon (dal 20' st Veloso), Radovanovic, Lerager (dal 12' st Lazovic); Bessa; Sanabria (dal 30' st Pandev), Kouamé. A disp. Jandrei, Marchetti, Gunter, Lakicevic, Pezzella, Pereira, Dalmonte, Pandev. All. Prandelli.
Arbitro: Volpi di Arezzo.
Note: ammoniti Lerager (G), Kiyine (C), Hetemaj (C), Kouamé (G).