Mentre tifosi e proprietà rumoreggiano, il tecnico va avanti per la sua strada: "Sento il dovere di poter dare ancora qualcosa a questa squadra"
Il momento è delicato in casa Roma. Tifosi e proprietà (leggasi: Pallotta) rumoreggiano, eppure Eusebio Di Francesco è convinto di avere la medicina per riportare in salute il paziente Roma. Se l'ipotesi esonero è uno spettro che continua minacciosamente a svolazzargli intorno, la parola dimissioni, al momento, non è compresa nel suo vocabolario. "Quale sarebbe la circostanza ultima per un passo indietro? Sono abituato ad affrontare le cose, e non a scappare", ha chiarito il tecnico alla vigilia della delicata sfida contro il Genoa. "Il rispetto per un lavoro e una maglia è guardare le persone negli occhi ed affrontarle. E questo non mi manca. Io sento il dovere di poter dare ancora qualcosa a questa squadra". Il gruppo, assicura, è con lui: "I ragazzi li sento molto vicini, poi a volte si può dare tanto e non sempre ci si riesce, come nella vita. Adesso, più che loro a dare qualcosa a me, devo essere io bravo a dare qualcosina in più a loro. E' il mio lavoro". E la lontananza fisica di Pallotta non è un problema: "La società è stata sempre strutturata in un certo modo, dirlo adesso che le cose non vanno bene serve a poco. Magari è un concetto di fondo che andrebbe attuato anche quando le cose vanno bene", ha sottolineato. "I miei riferimenti in società li ho, in primis è Monchi".
Lontana o meno, la proprietà attende un cambio di marcia visto che tra campionato e Europa sono arrivate tre sconfitte e due pareggi nelle ultime cinque partite. E Di Francesco è consapevole che la gara di domani sera è di quelle da non fallire. L'auspicio è che coincida con "un nuovo inizio, una ripartenza. Siamo sempre messi tutti, giustamente, in discussione. E il mister lo è dalla gara con il Milan. Bisogna caricare la partita, ma non troppo, dal punto di vista emotivo". Il tecnico è poi tornato al dopogara della sconfitta di Plzen. "Quando si analizzano le partite csi mette tutti davanti alla realtà. Abbiamo valutato gli errori fatti e gli atteggiamenti sbagliati, che vanno al di là della voglia di fare una prestazione differente. Ci si confronta e si parla". E, ha assicurato, "ho visto da parte dei ragazzi una grande voglia di rivalsa e di dimostrare di non essere quelli dell'ultima gara". Dall'altra parte un Genoa alla cui guida si è messo Cesare Prandelli. "Hanno avuto un'ottima reazione con la Spal, in dieci contro undici e sotto di un gol sono stati bravi a riprendere la partita. Hanno due attaccanti che si integrano benissimo, come Piatek e Kouame, un grande uomo d'area e un giovane di grandi prospettive. Dovremo stare molto attenti a questi due in particolare". Il mister giallorosso ha annunciato cambiamenti: "Tra questi la difesa a tre? Tutto è possibile, va tutto al di là del discorso tecnico-tattico. La cosa più importante è ritrovare lo spirito di squadra e la capacità di vincere i duelli, che ci è mancata specialmente a Plzen". Capitolo singoli: De Rossi è aggregato al gruppo, ma non è detto che giocherà. "Ieri ha fatto un terzo dell'allenamento, domani sarà sicuramente convocato al di là delle risposte che mi darà oggi nel primo allenamento reale. Ha il desiderio di stare con la squadra e noi vogliamo stare con lui, è questa la cosa più importante al di là del suo utilizzo".
Quanto alle condizioni di Perotti, che si è rivisto contro l'Inter, "ci siamo resi conto assieme al calciatore che aveva bisogno di tempo in più, per questo è andato in tribuna a Plzen. Negli ultimi giorni si è allenato con maggiore continuità e ha ritrovato la sua qualità migliore, il dribbling. Mi aspetto da lui risposte importanti". E poi c'è l'inevitabile domanda sul 'Godot' giallorosso, Schick, in dubbio per domani: "Quando non giocava mi facevate sempre domande su di lui, adesso quando gioca…Diventa sempre l'argomento cardine di ogni conferenza. A me interessa prima di tutto la Roma, al di là dell'aspetto di Patrik, che ha certe caratteristiche ma può avere anche determinate difficoltà. Da lui tutti ci aspettiamo molto di più. Sta a lui ma anche a noi dargli una mano. Non so se giocherà domani, nessuno ha il posto assicurato, non andranno in campo i nomi, ma una squadra prestigiosa che avrà sulle maglie la scritta 'As Roma'. E' quello che conta più, di tutto".