L'ex portiere bianconero si racconta in un'intervista a Tiki Taka: "Cavani al Napoli? Credo voglia rimanere qui per vincere la Champions"
"Una finale di Champions contro la mia Juve? Mi piacerebbe incontrarla, ma non in finale. La vorrei evitare perché sarebbe un colpo basso dalla vita e non so se riuscirei a parare al meglio. Tutti gli altri incroci invece mi andrebbero bene". È un Buffon malinconico quello che si racconta a Tiki Taka, la trasmissione tv condotta da Pierluigi Parlo. Il portiere si è raccontato a 360 gradi, parlando del passato e del futuro: "La mia ex squadra è stata una parte importantissima della mia vita – continua Gigi – Ho vissuto lì quasi 20 anni, ho lasciato relazioni importanti e ho messo in campo ogni goccia di sudore per la causa. Ma ci sono dei momenti in cui è giusto darsi un abbraccio e capire che è giusto intraprendere un altro tipo di discorso".
"Non ho potuto giocare insieme a Ronaldo, ho parlato tante volte con Agnelli e – prosegue – ho pensato che dopo un periodo così lungo e stressante fosse arrivato il momento di finire. O smettevo di giocare, e ci ho pensato, oppure se fosse arrivata una proposta per continuare ad alti livelli, l'avrei presa in considerazione. Un campionato esotico non l'avrei considerato, a maggio è arrivato il Psg ed è stata una scelta ponderata con tutto il mondo Juve. Infatti ci siamo lasciati in un modo molto bello, è stato un distacco dolce".
Nei bianconeri punti deboli a oggi non ce ne sono, secondo il portiere: "Mi sembra la solita Juve con in più Cristiano Ronaldo. La mentalità, i valori e il gruppo storico sono rimasti gli stessi, in più è stato aggiunto un grande giocatore. Dopo anni di vittorie – aggiunge – c'era bisogno di uno shock simile per ricreare entusiasmo e nuove energie per trionfare ancora. Dopo sette anni di scudetti continuare a vincere non è mai scontato, anche se sei più forte. E come me, magari anche altri potevano pensare di cambiare. Per questo, l'unico modo per ridestare tutti era fare un acquisto top".
Buffon è poi tornato sullo sfogo dopo Real-Juve: "Ho fatto quell'intervista perché ero fuori dalla grazia di Dio. Qualche giorno dopo dichiarai che sapevo già di aver esagerato ma in quel momento sentivo di dire quello, non potevo dire altre cose. Se domani dovesse ricapitare ridirei le stesse cose, poi dopo tre ore chiederei scusa a tutti". "In quel momento – spiega il portiere del Psg – gestire determinate cose era difficile ma ho parlato in quel modo perché quella era un'impresa storica, da raccontare ai figli, nei secoli dei secoli, perché rimontare tre gol a Madrid non lo fa nessuno e mi sono arrabbiato per quello, non perché pensavo che potesse essere la mia ultima partita in Champions. Sul rigore ripeto che quella resta una situazione dubbia e in una situazione del genere, a un minuto dalla fine, un arbitro con un'altra esperienza non fa quel tipo di scelta. Ne sono certo al mille per mille".
Sulla sfida contro il Napoli al San Paolo Buffon ha detto: "È stata calda ma me l'aspettavo, non poteva essere altrimenti. Però da un certo punto di vista ho provato anche orgoglio perché un'accoglienza del genere significa che anche a 40 anni mi temono". "Mi auguro comunque che agli ottavi, oltre al Psg, ci vada il Napoli – continua il portiere – Perché se lo merita, poi perché voglio un bene dell'anima ad Ancelotti e perché tutti pensavano che fosse lo spauracchio e invece ora è al primo posto. Mi auguro che porti a termine il compito".
Su Cavani al Napoli: "Con il Matador parlo spesso dell'Italia e anche di Napoli. Lui è molto legato per l'amore del popolo napoletano. Non è insensibile alla causa ma – sottolinea Buffon – credo che in questo momento giocare nel Psg dia, sulla carta, un'opportunità di arrivare fino alla fine in Champions. Non che il Napoli non ce l'abbia ma penso che fino a giugno Cavani vorrà provarci insieme a noi".
Capitolo Nazionale ed eventuale possibilità di un ritorno: "Obiettivamente ormai siamo andati oltre. Ho intrapreso un percorso nel quale è giusto dare fiducia a questi nuovi ragazzi e al ct che sta facendo un ottimo lavoro. A livello di portieri poi – conclude – non c'è nessuna esigenza, perché Donnarumma sta facendo benissimo e dietro di lui ci sono delle grandi certezze come Cragno, Meret, Perin e Sirigu".