Leadership tecnica e caratteriale: l'Italia di Mancini non può più farne a meno. Ma anche tra i bianconeri si sta ritagliando uno spazio sempre più grande
Tenere fuori questo Federico Bernardeschi è una missione impossibile. Un lusso per la Juve, una follia per l'Italia. Allora Massimiliano Allegri e Roberto Mancini lo mettono ovunque, lo spostano e lo rispostano pur di trovargli un posto. Certo, completamente differente lo stato dell'arte tra l'ambiente bianconero e quello azzurro. A non cambiare è lo status di Federico Bernardeschi, sempre più grande in una Juve forse mai così grande, sempre più grande anche in una nazionale forse mai così piccola.
Riavvolgendo il nastro un po' alla volta, ecco che contro l'Ucraina si è capito una volta di più come questa Italia proprio non possa fare a meno di uno come Bernardeschi. Non ci sono troppi esperimenti che tengano: attaccante esterno o trequartista come è da sempre nelle sue corde, mezzala o centravanti di movimento che sia, Mancini ha l'obbligo di trovare una collocazione che sia centrale nel progetto azzurro. A 24 anni Bernardeschi è pronto a caricarsi sulle spalle la nazionale, per . Con continuità, il tempo degli esperimenti deve ormai concludersi e da Bernardeschi non si può più prescindere, dalla cintola in su è lui l'uomo giusto da cui ripartire.
Il motivo va ricercato anche nella sua scalata all'interno della Juve. Dal primo minuto o a partita in corso, farsi spazio tra Cristiano Ronaldo e Mandzukic, Dybala e Douglas Costa, non è semplice. Ma archiviata la prima stagione di apprendistato del mondo Juve, anche Bernardeschi è riuscito a ritagliarsi un ruolo di campione tra i campioni. In grado com'è di abbinare sacrificio e applicazione ad un talento indiscusso, riuscendo a gestire con sempre maggiore maturità la fase di non possesso a quella d'attacco. Certo, quello sfogo di Allegri ("Non siamo la Fiorentina") rimbomba ancora nel mondo dei social e non soltanto, ma la fiducia nei suoi confronti è riscontrata in un minutaggio sempre maggiore nonostante un'abbondanza senza precedenti. Ed è sempre lui uno degli eredi designati anche nello spogliatoio per tenere vivo quello zoccolo duro di italiani fatti apposta per indossare la maglia della Juve. Insomma, Bernardeschi è pronto: non solo il futuro, anche il presente è suo.