Amichevole speciale al Ferraris contro l'Ucraina. Omaggio degli azzurri alla città colpita dalla tragedia del ponte Morandi
Non sarà un'amichevole come le altre quella del Ferraris contro l'Ucraina. Un po' perché la nazionale italiana ha tremendamente bisogno di vincere, messaggio ribadito dallo stesso ct Roberto Mancini durante la conferenza stampa, un po' perché l'avvicinamento degli azzurri al match, con la visita al ponte Morandi e l'incontro con i bambini e ragazzi della Zona Rossa e i 9 orfani della tragedia che ha colpito Genova, non è stato di quelli tradizionali.
Ecco perché tra le tante domande legate alla formazione e ai singoli c'è anche spazio per i sentimenti e le sensazioni provate in questa vigilia anomala. "Quando si arriva sul posto è una cosa terribile. Un conto è vederlo dalla tv, ma quando si arriva lì e si guarda sotto, vedere quel pezzo di ponte che manca e pensare all'accaduto, per me che ho vissuto lì, è qualcosa di terribile", ha raccontato Mancini, che nel capoluogo ligure calcisticamente ha lasciato un pezzo di cuore. "E' stata una emozione che ricorderemo a lungo – ha aggiunto l'ex allenatore di Inter e Galatasaray – L'incontro con i ragazzi? Abbiamo portato 5 minuti di felicità, erano contenti di vedere soprattutto i giocatori. Abbiamo consegnato a loro una maglia con il loro nome dietro in ricordo di questa giornata che spero possa essere non dico tanto ma un pochino d'aiuto".
Accanto a lui in sala stampa, a rappresentare le due anime della Genova calcistica, Domenico Criscito e Gianluca Caprari. "E' molto emozionante giocare nel mio stadio con la maglia della mia nazionale, per noi è un'amichevole ma anche un'amichevole è importante – ha raccontato l'esterno del Genoa – Giochiamo sempre per dare delle gioie agli italiani". Gli fa eco l'attaccante della Sampdoria. "E' importante giocare qui a Genova e dare una gioia alle persone che hanno perso dei loro cari – ha ribadito – Spero di poter regalare una gioia per loro".
La parola passa poi inevitabilmente al campo. L'Italia non vince da quattro partite, l'ultimo successo risale a maggio, di misura, contro l'Arabia Saudita. Nel mezzo sono arrivate le sconfitte con Francia e Portogallo e i pareggi con Olanda e Polonia. "Bisogna cominciare a vincere perché è importante e perché vincere aiuta a vincere", ha evidenziato il selezionatore azzurro, alle prese con il forfait dell'ultima ora di Simone Zaza che lo ha obbligato a chiamare in fretta e furia Kevin Lasagna (alla prima convocazione) per rimpolpare l'attacco. "Sono rimasti sei giocatori in attacco prima dell'arrivo di Lasagna, l'unico centravanti vero è Immobile", ha evidenziato Mancini, intenzionato in ogni caso a schierare il tridente. "Ci sarà di sicuro, in questa amichevole possiamo provare delle soluzioni". Una di queste potrebbe essere Bernardeschi ("continua a migliorare"), mentre tra i pali la certezza è Donnarumma. A centrocampo poi il tecnico di Jesi potrà contare per la prima volta su Marco Verratti. "Per me è importante vederlo insieme ad altri giocatori, è diverso vederlo nel club e vederlo tutti i giorni qui in Nazionale – ha evidenziato – Spero possa dare l'apporto che un giocatore della sua qualità ed esperienza può dare". La rinascita azzurra passa anche dai suoi piedi.
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