Il presidente bianconero nella lettera inviata agli azionisti della società: chiusa l'epoca Marotta-Mazzia, ora se ne apre un'altra che dovrà consolidare la posizione del club a livello mondiale
La linea di confine è stata spostata in avanti di altri sei anni, scadenza 2024. Tutto quello che è accaduto nei primi otto, dal 2010 al 2018, ancorché unico ed esaltante, Andrea Agnelli lo considera concluso. Nella lettera inviata agli azionisti della Juventus, il presidente è stato garbato ma netto nel mettere un punto e nell'andare a capo. È un modo, uno dei tanti, per chiudere l'epoca Marotta-Mazzia e aprirne un'altra, non meno ambiziosa, che dovrà consolidare la posizione del club a livello mondiale, passando attraverso i risultati sportivi, quelli commerciali e quelli economici.
Non sarà facile, per la Juventus, ripetere ciò che è stata capace di fare dalla sciagurata gestione Cobolli-Blanc a oggi. Eppure Agnelli alza il tiro e lo fa con compiacimento: "Il progetto di bilancio rappresenta la fotografia istantanea di una società, la Juventus, che ha saputo in questi anni crescere sia sul campo, con risultati sportivi che hanno ricollocato i colori bianconeri ai vertici italiani ed internazionali, sia fuori dal rettangolo di gioco. La Juventus è oggi tra i club più importanti nel mondo e dovrà strenuamente impegnarsi per rimanere in questa ristretta cerchia nei prossimi anni. I prossimi sei anni saranno cruciali", si legge nella lettera, lunga e articolata, con toni morbidi persino per la Federcalcio.
In via Allegri, a Roma, il presidente bianconero desidererebbe domiciliare Massimo Moratti, vecchio amico di famiglia e acerrimo nemico sul campo da Calciopoli fino a ieri. La ragione non è esplicita, le motivazioni per il momento incomprensibili tenuto conto del polverone che ha sollevato questo endorsement. Nella valutazione di ciò che sarà pesano i numeri: dei ricavi (altissimi) e del debito (altrettanto alto), di Cristiano Ronaldo che ha spostato all'insù l'asticella bianconera e di chi arriverà la prossima estate per fare in maniera che la Juventus non smarrisca la sua competitività. Oltre al ciclo dirigenziale, si sta per chiudere anche un ciclo agonistico: Buffon è andato, Marchisio pure, Barzagli è all'ultima stagione, Chiellini non è eterno: e solo per citare il nucleo storico italiano. Quello che tanto impensieriva Marotta. Il resto, eventualmente, lo si saprà il 25 ottobre, giorno dell'Assemblea: promozioni, spostamenti, aggiustamenti societari. Perché forse non è finita qui, con l'estromissione dal Cda di Marotta e Mazzia.
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