Alle 21 la partita al Santiago Bernabeu. Dopo il pareggio con il Chievo, il mister carica i suoi: "Dobbiamo crederci". E sull'episodio tra il figlio e Douglas Costa ha detto: "Sui social ci hanno augurato la morte"
Una Roma "gagliarda" per allontanare le critiche della piazza e le difficoltà di questo inizio stagione e per rivivere la magiche notti europee di una stagione fa. Eusebio Di Francesco chiede innanzi tutto una prestazione di carattere ai suoi. Lo richiede la Champions League, lo richiede soprattutto l'avversario dei giallorossi, il Real Madrid campione in carica, all'anno zero dopo l'addio di Cristiano Ronaldo e di Zinedine Zidane.
Il 2-2 interno contro il Chievo ha infatti fatto salire alle stelle il termometro dalle parti di Trigoria. Il tecnico giallorosso si aspetta quindi una reazione da parte dei suoi ragazzi. "Mi auguro di vedere prima di tutto la rabbia e il desiderio di far male agli avversari e di fare una partita gagliarda – esordisce in conferenza stampa a Madrid – Sta a noi riportare questo entusiasmo con una grande prestazione, dando maggior continuità a quello che stiamo facendo". Di certo l'avversario non è dei più morbidi, anzi, ma la semifinale raggiunta la scorsa primavera rappresenta il punto di partenza a cui aggrapparsi. Con consapevolezza, non con ansia. "I primi a crederci dobbiamo essere noi, io vivo non per l'ordinario ma per lo straordinario, è giusto crederci e provarci – ha sottolineato Di Francesco – È una partita importantissima e insidiosissima ma bella da giocare, che tutti quanti vorremmo vivere. Mi auguro si riaccenda l'anima della Roma".
Di sicuro si infiamma quella del Di Francesco 'padre' quando gli viene chiesto dell'episodio che ha visto coinvolto suo figlio e Douglas Costa. "È stato un grande uomo, sono orgoglioso come padre, l'unico che non ha ricevuto le scuse è stato lui, e questo è assurdo – ha evidenziato Eusebio con una certa enfasi – Sono veramente dispiaciuto e rammaricato. Il ragazzo è giù, ed è quasi passato da vittima a colpevole. Questo è veramente assurdo. Sui social hanno anche augurato la morte a me e mio figlio, non dico altro".
In un momento così difficile accanto a Di Francesco non può che esserci Daniele De Rossi, capitano di mille battaglie, pronto all'ennesima recita (forse l'ultima?) al Santiago Bernabeu. "Potrebbe essere l'ultima volta in Champions in cui ci gioco – ha ammesso – c'è l'emozione di giocare una partita molto importante, farlo in questo tempio e farlo in maniera positiva portando a casa il risultato sarebbe importante ed anche emozionante". E rappresenterebbe una notevole iniezione di fiducia che farebbe un gran bene a tutto l'ambiente capitolino. "Portare via dei punti da qui potrebbe farci trovare quella fiducia e darci quello slancio per ricordare quanto siamo stati forti qualche mese fa e che possiamo tornare ad esserlo – ha sottolineato – Bisogna crederci di più, quella Roma (capace di battere il Barcellona, ndr) era la stessa che veniva criticata qualche mese prima per partita analoghe. Se poi la stagione è finita in maniera soddisfacente seppur senza titoli posso essere fiducioso".