Se Cristiano adesso indossa la maglia numero 7 della società più titolata d'Italia, lo si deve a loro tre
Un fuoriclasse comprato da un altro fuoriclasse. Volendo sintetizzare al massimo, la mega-operazione CR7 alla Juventus è andata pressapoco così: Fabio Paratici, diesse bianconero, ha avuto l'idea di approcciare il fenomeno portoghese; Andrea Agnelli e Pavel Nedved prima hanno avuto la pazienza di ascoltare, poi di valutare economicamente l'affare, infine di appoggiare l'operazione.
Loro tre e basta, nessun altro. Come si dice, 'cotto e mangiato' dalla Nuova Triade, il tutto con la regia di Jorge Mendes, manager del giocatore. La confessione è di Nedved medesimo che, con un gesto di grande onestà, raro in certi ambienti, ha voluto fare ulteriormente chiarezza su quanto è accaduto tra fine giugno e inizio luglio. Non a caso, il giorno della presentazione al popolo, dietro la scrivania della sala conferenze e accanto a Ronaldo c'era (solo) lui, Paratici, il giusto tributo per un colpo di genio.
Se Cristiano adesso indossa la maglia numero 7 della società più titolata d'Italia, lo si deve all'intuizione di Paratici e alla buona volontà di chi è stato ad ascoltarlo. Ed è legittimo che il merito venga riconosciuto a chi è abituato a lavorare sotto traccia, lontano dalle telecamere e dai taccuini. Va da sé che Paratici non è solo legato al miracolo CR7 ma alla maggior parte dei movimenti di mercato della Juventus. Un fuoriclasse, sì, ecco perché poco tempo fa è entrato nel mirino di prestigiosi club europei (Manchester United e Barcellona) e italiani (Milan), anche se ha preferito continuare la sua avventura a Torino, legato a doppio filo al presidente Agnelli e a Pavel Nedved.
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