L'ex bandiera rossonera è ufficialmente il nuovo direttore sviluppo strategico dell'area sport

L'amicizia con Leonardo, la serietà del progetto a medio-lungo termine di Elliott e un ruolo effettivamente operativo e non di facciata. L'unione in contemporanea di questi tre elementi ha permesso a Paolo Maldini di tornare a casa, dopo un esilio durato nove lunghi anni. Nella sua testa però il Milan è sempre stato presente, anzi non se n'è mai andato via. "Non ho mai detto di no senza prima parlare. Con il Milan di Barbara Berlusconi avevamo intavolato un discorso che poi non è andato un buon fine – ha raccontato l'ex colonna rossonera nella conferenza stampa convocata a Casa Milan –  un anno e mezzo fa con la proprietà cinese avevo parlato, non siamo riusciti neanche a definire il ruolo, adesso la situazione è diversa". Il motivo è presto detto. "Leonardo mi ha chiamato, mi ha presentato il progetto e ho parlato con la proprietà, che mi ha esposto un progetto a cui credo", ha ammesso l'ex capitano del Milan. L'homecoming a lungo atteso dai tifosi del 'Diavolo' si è concretizzato in un battibaleno. "Leo mi ha chiamato 20 giorni fa, ho incontrato la proprietà a New York, ero lì per lavoro – ha rivelato – Le cose sono state fatte in maniera abbastanza rapida. Le persone fanno la differenza, con Leo sono amico, è stato fondamentale nella scelta di dire sì".

Ufficialmente Maldini è il nuovo direttore sviluppo strategico dell'area sport. Perifrasi per dire che affiancherà Leonardo nella gestione sportiva del club, dal mercato al rapporto con la prima squadra fino al settore giovanile. "Una pietra importante nella ricostruzione del Milan – l'ha definito non a caso il presidente Paolo Scaroni – Si occuperà del Milan nell'area sportiva ma non solo". E davanti ai giornalisti l'ex difensore rossonero si esprime già come un dirigente navigato. "Dobbiamo tenere conto del fair play finanziario, non ci saranno spese pazze, per il mercato ci sarà tempo. Io sono arrivato oggi, quello che mi è stato garantito è che la società è seria e vuole tenere questo club per un periodo a medio lungo termine", ha assicurato Maldini, consapevole che "la mia storia mi obbliga a non prendere impegni a breve termine. Sarebbe brutto proprio nei confronti dei tifosi". Proprio ai sostenitori, una cinquantina quelli accorsi sotto la sede di Via Aldo Rossi per dare il bentornato al loro ex capitano, ha rivolto un pensiero Maldini, contestato da parte della curva in occasione del suo addio nove anni fa. "Il rapporto con i miei tifosi è stupendo, mi amano e me l'hanno dimostrato. Quello che è successo è rimasto in quella giornata e non è nei miei pensieri – ha sottolineato – Non devo ricucire niente, come avvenuto da giocatore sarò giudicato per quello che produrrò. E' questa la mia filosofia di vita".

Il più felice per il ritorno dell'ex difensore però è forse proprio Leonardo. "Avere Paolo con me è una cosa che mi rafforza molto, anche nel quotidiano, Con lui ho condiviso tutti i momenti, ci unisce l'amicizia e questa è alla base di tutto. Paolo rappresenta tutto in questa società – ha ricordato il responsabile dell'area tecnica – Il suo sì di base esisteva, non è stato un percorso di 20 giorni. Mancano forse le combinazioni". E le sorprese non sono finite qui. Il triangolo Leonardo-Maldini-Gattuso ("c'è tanta complicità, condividiamo tante cose, ci conosciamo con uno sguardo", ha detto il brasiliano) potrebbe diventare presto un quadrato. Con un altro ritorno eccellente, quello di Kaka. "E' il mio pupillo, ha manifestato la voglia di imparare il ruolo di dirigente e di capire come funzionano le cose – ha svelato proprio Leonardo – A settembre sarà qui per imparare, a gratis, ma non c'è niente di definito con lui". Il 'Milan ai milanisti' prende sempre più forma.

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