Il procedimento per il presunto illecito compiuto da Calaiò in occasione del match Spezia-Parma della scorsa stagione di Serie B

La prossima Serie A potrebbe non vedere al via Parma e Chievo. Questo è quanto chiesto dalla procura Figc nel doppio processo sportivo di primo grado andato in scena a Roma. Il primo a finire sotto torchio in ordine cronologico è stato il club emiliano, deferito per responsabilità oggettiva nel procedimento che riguarda il suo tesserato Emanuele Calaiò.

L'attaccante è accusato di tentato illecito sportivo per alcuni messaggi spediti via whatsapp all'ex compagno di squadra Filippo De Col prima dell'incontro del 19 maggio scorso tra Spezia e Parma nel campionato di Serie B. Secondo la procura il tenore dei messaggi inviato da Calaiò a De Col "sarebbe quello di dire non impegnatevi in maniera particolare, scansatevi". La prova di questo risiederebbe in un successivo messaggio mandato qualche ora dopo, dove il giocatore specificava la natura scherzosa dei suoi whatsapp precedenti. "Fa retromarcia perché non ha visto la reazione auspicata – la deduzione della procura – il silenzio lo ha preoccupato perché forse ha presagito che i tesserati da lui contattati si erano rivolti ai loro dirigenti per spiegargli cosa fosse successo". Per questo la procura chiede una punizione di due punti afflittiva al Parma relativa allo scorso campionato, che ne precluderebbe la partecipazione alla prossima Serie A, oppure in alternativa sei punti di penalizzazione da scontare nella prossima stagione.

"Non mi aspettavo di arrivare qui per tre messaggi innocui, stupidi e scherzosi che non avevano secondo fine. Non ho mai pensato di alterare il risultato della partita", la difesa di Calaiò in aula. "Non vogliamo che la magnifica impresa sportiva effettuata sul campo sia offuscata", gli ha fatto eco l'ad del club, Luca Carra.

Nel pomeriggio invece è toccato al Chievo, accusato di plusvalenze fittizie in una serie di scambi di giocatori effettuata con il Cesena nel corso di tre anni. In questo caso la richiesta è stata pesantissima. Quindici punti di penalizzazione da scontarsi nella stagione appena conclusa che sancirebbero la retrocessione in Serie B del club. Stessa sanzione per il club romagnolo che, comunque, non ha presentato l'iscrizione al prossimo campionato cadetto. "È un procedimento infondato, un deferimento fragilissimo che contiene errori marchiani anche nei numeri", ha detto l'avvocato del club veneto Marco De Luca. Il legale ha denunciato anche una questione di "improcedibilità" in quanto "la procura federale per due volte si è rifiutata di ascoltare il presidente Campedelli" nonostante ci sia "un precedente di due mesi fa che impone alle procura di sentire gli incolpati".

Questa situazione potrebbe portare al ripescaggio in Serie A del Crotone, terz'ultimo nella scorsa stagione. Non a caso il club calabrese era presente oggi al procedimento come parte terza interessata. "Spero che la richiesta della procura venga confermata in tutti i gradi di giudizio – ha dichiarato il presidente dei calabresi Gianni Vrenna – noi facciamo poco fatturato ma abbiamo sempre tenuto i bilanci in ordine".

Per quanto riguarda la questione Parma, invece, ad approfittarne sarebbe il Palermo. Le sentenze sono attese fra venerdì e lunedì. La compilazione dei calendari incombe. 

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