L'ultimo grande atto di questo Mondiale è arrivato: dalle 17 occhi puntati sull'attesissima sfida di Mosca

L'appuntamento con la storia è arrivato. All'esordio assoluto in una finale Mondiale la Croazia spera di emulare le ultime due debuttanti, la Francia nel 1998 e la Spagna nel 2010, che si imposero al primo colpo. Proprio i transalpini sono l'ostacolo che separa Modric e compagni dalla leggenda. Dalla parte opposta c'è una squadra giovane, esuberante e affamata, che vuole mettersi alle spalle una volta per tutta l'amara sconfitta contro il Portogallo arrivata in finale nell'Europeo disputato in casa due anni fa. E che sa di avere un solo modo per farlo: alzare la coppa sotto il cielo di Mosca.

Nonostante l'inevitabile pressione che porta con sé una partita del genere, Didier Deschamps nel giorno delle celebrazioni per il 14 luglio coniuga un altro motto che spera possa rivelarsi vincente. "Le tre parole importanti sono serenità, fiducia e concentrazione. Ci vuole un buon mix per preparare la partita di domani", ha sottolineato il ct dei 'bleus', che conosce le sensazioni che si provano nel disputare una finale.  "È già un grande piacere e un enorme privilegio poter giocare una partita del genere. Non c'è niente di più bello e più importante quando sei un giocatore professionista che giocare una finale di Coppa del Mondo", ha ammesso l'ex capitano della Francia campione del mondo nel 1998, tornato sulla partita persa due anni fa. "Il gruppo di oggi è diverso da due anni fa. Ci sono 14 nuovi giocatori – ha evidenziato – Anche se hanno meno esperienza, hanno la qualità". La Francia è considerata dagli addetti al lavori la favorita, per qualità della rosa e perché più fresca avendo potuto approfittare di un giorno di riposo in più e tre supplementari in meno rispetto all'avversario, ma 'Didi' prova a scaricare un po' di tensione dalle giovani spalle dei suoi ragazzi. "I giocatori croati hanno esperienza di club e sono già maturi – ha sottolineato – In ciascuna delle nostre partite, abbiamo affrontato questa situazione con avversari che avevano più esperienza di noi".

In casa Croazia la maggior preoccupazione per Zlatko Dalic non è tanto l'ansia della 'prima volta' bensì capire chi sarà in condizione di scendere in campo a Mosca dopo le tre battaglie con Danimarca, Russia e Inghilterra.  "La cosa che mi rende felice è che tutti i miei giocatori se non sono al 100% me lo diranno – ha ammsesso il ct – Sanno cosa c'è in gioco e se non saranno in grado di dare il massimo saranno i primi ad ammetterlo. Hanno questo atteggiamento". A supportare Modric e compagni ci sarà un paese intero, il più piccolo a raggiungere la finale in 68 anni, pronto a spingere alle loro spalle. Non c'è pressione e non voglio aggiungerne altra. Questo è semplicemente il momento più grande nella vita di ognuno di noi", l'ammissione del tecnico croato, che vede i suoi giocatori attenti e concentrati. Tra tutti preoccupano le condizioni di Ivan Perisic. "Siamo pronti ad accettare la sconfitta con dignità se dovesse accadere. Noi rappresenteremo il nostro paese nel modo più dignitoso possibile – ha assicurato – Se non riusciremo a vincere, faremo i complimenti al nostro avversario. Se vinceremo, saremo più orgogliosi".

Per la partitissima di Mosca si prevede una tribuna d'onore ricca di personalità, politici, star del cinema e dello sport. A fare gli onori di casa il presidente russo Vladimir Putin, in buona compagnia di altri capi di stato e primi ministri. A cominciare dai diretti interessati, Emmanuel Macron e Kolinda Grabar Kitarovic, pronti a fare il tifo per Francia e Croazia, fino all'emiro del Qatar Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani, il cui paese ospiterà la Coppa del Mondo nel 2022. Anche il leader dei Rolling Stones, Mick Jagger, che ha già assistito a una semifinale a San Pietroburgo, è atteso per la finale, così come la superstar dell'atletica Usain Bolt. Al fischio d'inizio però l'attenzione sarà tutta rivolta sui 22 protagonisti in campo, nell'ultimo grande atto di questo Mondiale.
 

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