Russia 2018, fra dito medio e malore Maradona ‘offusca’ ancora Messi

Una presenza a dir poco ingombrante (nel bene e nel male)

Nel 1986 ha vinto la Coppa del Mondo tra una 'mano de Dios' e gol da antologia come quello segnato sempre contro l'Inghilterra. Trentadue anni dopo, quasi l'età di Messi, Diego Armando Maradona è ancora inseparabile dalla squadra argentina, anche in tribuna. Il suo malore di ieri sera a San Pietroburgo ha quasi offuscato il primo gol in questa Coppa del Mondo del suo erede designato e la vittoria dell'Argentina contro la Nigeria che è valsa la qualificazione agli ottavi. Il Pibe de oro non può fare un passo senza essere filmato da tutti i telefoni che lo circondano, senza firmare autografi o scattare selfie. Poi, durante l'intervallo della partita, le immagini delle sue vertigini hanno rapidamente fatto il giro del mondo sui social network. Si vede Dieguito camminare con difficoltà, sostenuto da un uomo e portato nella sala vip dove si siede per riprendere i sensi. Una foto mostra due addetti medici in piedi accanto a lui, uno dei quali gli sta tastando il polso.

Più tardi nella notte, su Instagram e Facebook El Diez ha rassicurato tutti sulle sue condizioni. "Voglio dire a tutti che sto bene, che non sono mai stato ricoverato in ospedale", ha scritto il 57enne Maradona che parla di un semplice "dolore al collo" e "calo della pressione sanguigna". E infatti nel secondo tempo l'ex numero 10 ha ripreso il suo posto in tribuna… e lo spettacolo è continuato. Perché una partita dell'Argentina senza Maradona non è una partita dell'Argentina. Tutto è iniziato prima della gara con le immagini di Maradona che balla sugli spalti con una tifosa con la maglia delle Super Aquile della Nigeria. Poi è apparso in uno stato di trance, gli occhi roteanti al gol sublime di Messi, prima di addormentarsi… E accusare un malore. E quando Marcos Rojo ha segnato il gol che ha qualificato l'Argentina agli ottavi, Maradona è scattato in piedi, pazzo di gioia, rivolgendo il dito medio alle telecamere con entrambe le mani e gridando un insulto "putos", facilmente decifrabile sulle sue labbra…

Difficile così per Messi uscire dall'ombra di un predecessore tanto ingombrante ogni volta che arriva un Mondiale. La Pulce ha vinto tutto con il Barca, tra cui cinque Palloni d'oro, ma ancora nulla con la nazionale, perdendo una finale di Coppa del Mondo e due in Coppa America. Appena l'Albiceleste è arrivata in Russia un paio di settimane fa, il presidente della Federcalcio argentina (AFA), Claudio Tapia, ha subito cercato di rimuovere la pressione dalle spalle del numero 10. "Si dice che se Messi non vincerà la Coppa del Mondo, non sarà superiore a Maradona, ma credo che si tratti di confronti che dovrebbero essere lasciati stare", ha detto. E parlando della personalità di Messi, lo scrittore Alexandre Juillard, autore del libro 'Il Mistero Messi', ha spiegato: "Il suo modo di essere non è argentino nel senso dello stereotipo degli argentini. Lui è una persona discreta, a cui non piace parlare troppo ed è la grande differenza con Maradona a cui piace attirare l'attenzione".

Quando nella prima partita di questo Mondiale Messi ha fallito un rigore contro l'Islanda sotto lo sguardo di Maradona, in tribuna con sigaro e occhiali da sole, puntuali sono piovute le critiche sulle Pulce. Ma dopo il deludente pareggio, è stato proprio Maradona a difendere Messi. "Ha dato tutto quello che aveva, anche io ho sbagliato cinque rigori di fila eppure sono rimasto Diego Armando Maradona", ha detto il Pibe de Oro alla tv venezuelana per la quale è commentatore in Russia. Stessa cosa dopo la pesante sconfitta contro la Croazia. "Messi ha giocato come poteva, ha fatto quello che poteva, è difficile risolvere i problemi di tutti i tuoi compagni", ha detto il campione del mondo del 1986. Ma neanche poche ore dopo lo stesso Maradona ha rischiato di rovinare la tranquillità della selezione, chiedendo "un incontro" tra i giocatori attuali e le ex glorie dell' Albiceleste per salvare "l'onore".

E nel cercare un altro "colpevole" dei disastri della nazionale, l'ex giocatore e anche ct se l'è presa con "il Presidente dell'AFA" reo di aver scelto Sampaoli con i suoi "computer, droni e 14 assistenti. C'è una totale mancanza di autorità da parte di Tapia". Nonostante tutto l'Argentina è riuscita a qualificarsi per gli ottavi e sabato giocherà contro la Francia a Kazan. Con un personaggio colorito sugli spalti. "Diego ci sarà ancora per un bel po'!", ha scritto Maradona su Facebook. E non sappiamo se per il povero Messi questa frase sia più opprimente di quanto non lo sia il pensiero della pericolosità dei vari Griezmann, Pogba e Mbappè….