Il parere del campione del mondo 1998
Campione del Mondo nel 1998 e finalista nel 2006 con la Francia, David Trezeguet è uno che di Campionati del Mondo di calcio se ne intende. Nella sua nuova veste di ambasciatore di questo sport, l'ex centravanti della Juventus e del Monaco vede come una grande opportunità la possibilità che il Marocco possa organizzare la Coppa del Mondo del 2026. .
Pensa che il Marocco sia la scelta giusta come sede della Coppa del Mondo 2026?
"Il Marocco è stato prima di tutto un colpo al cuore. Ho avuto il piacere di visitare questo paese più volte come giocatore e ho sentito la passione che tutte le persone hanno per il calcio. È assolutamente straordinario. Recentemente ho girato per le strade di Casablanca e mi ha colpito la cordialità della gente, il loro amore verso i calciatori e la loro conoscenza della storia del calcio mondiale. Il Marocco è una vera terra di calcio, che ha sempre prodotto ottimi giocatori, come Benatia, attualmente nella Juventus".
Quali sono secondo lei i motivi per cui la FIFA dovrebbe scegliere il Marocco?
"Prima di tutto, sono certo che una Coppa del Mondo in Marocco permetterebbe ai giocatori di dare il meglio di se stessi. Il paese è piccolo, ben collegato in termini di trasporto, con un clima mite e favorevole al gioco. E poi ci sono magnifici stadi che ospiteranno la Coppa del Mondo, in un clima infuocato. Non ho dubbi. Ho giocato nel 1998 a Casablanca con la Francia, l'atmosfera era meravigliosa. E poi c'è la posizione geografica, che è l'ideale non solo per facilitare l'arrivo dei tifosi ma anche per consentire a un maggior numero di telespettatori di vedere le partite in orari decenti".
Assegnare i Mondiali al Marocco avrebbe un significato che va oltre il puro aspetto sportivo?
"Sarebbe una grande festa per i tifosi, accessibile a tutte le tasche, in un paese che sta vivendo un grande sviluppo. Al di là dell'aspetto puramente tecnico, in cui il Marocco ha dimostrato di essere un candidato credibile, innovativo e compatto, sarebbe un forte messaggio lanciato a tutto il Mondo. Il calcio è un modo per unire le persone, per diffondere i valori della tolleranza, della fratellanza, ma anche per favorire lo sviluppo di un paese".
L'Africa è la nuova frontiera del pallone?
"Mi sono immerso nella storia del Marocco, è straordinaria. È una terra in cui tutte le religioni, tutte le etnie convivono da sempre. È un paese che è la porta d'accesso all'Africa. Il continente africano merita una seconda Coppa del Mondo dopo il Sudafrica, o dovrà aspettare altri 100 anni? Sarebbe ingiusto. E quale messaggio straordinario sarebbe assegnare i Mondiali a un paese in pieno sviluppo. Un paese che ha fatto di tutto per evitare gli errori del passato, offrendo un concetto di stadi modulari con una capienza che verrebbe ridotta dopo la Coppa del Mondo per soddisfare le esigenze delle varie città".
Il calcio e lo sport sono da sempre in grado di unire i popoli di tutto il Mondo. Sarebbe ancora di più così organizzando i Mondiali in un paese come il Marocco?
"Io credo nella forza del calcio come un vettore di unione tra i popoli. Credo nella forza del calcio come fonte per lo sviluppo. Credo nella forza del calcio come fautore di uno spirito di festa e convivialità. Per tutti questi motivi, sono ancora più convinto che il Marocco sarebbe la scelta giusta per la Coppa del Mondo 2026. Invito le Federazioni che voteranno a misurare correttamente la pesante responsabilità che avranno. Avranno un'opportunità unica di fare la storia lanciando un messaggio forte al mondo. I grandi eventi sportivi non possono rimanere prerogativa solo delle grandi nazioni".
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