Il tempo passa ma i milioni di tifosi e appassionati italiani di calcio ancora non sanno se il 18 agosto potranno assistere in tv alle partite della prima giornata del campionato di Serie A. Non si sblocca, infatti, l'estenuante tira e molla fra i presidenti del massimo campionato e l'intermediario spagnolo MediaPro, vincitore del bando per rivendere i diritti tv del triennio 2018/2021.
Dopo l'ennesima mattinata infruttuosa, l'assemblea della Lega Serie A ha deciso di aggiornarsi a lunedì per decidere se andare avanti o meno nel contratto con il colosso spagnolo. Non è quindi passata la delibera proposta da alcune società (Juve e Roma in primis) per la risoluzione dell'accordo con MediaPro: 10 i voti a favore, 5 gli astenuti, mentre il Chievo ha lasciato l'assemblea prima del voto. Servivano 12 voti per raggiungere il quorum (le tre retrocesse non possono votare sui diritti tv), ha così avuto successo la strategia del presidente della Lazio Claudio Lotito che non a caso era assente oggi. Una nuova assemblea sarà convocata lunedì 28 maggio, ma nel frattempo il commissario Giovanni Malagò e il presidente Gaetano Miccichè hanno lasciato la sede della Lega Serie A scuri in volto e visibilmente irritati.
Martedì Malagò dopo oltre cinque ore di assemblea aveva espresso tutto il suo fastidio sulla vicenda, invitando i club a prendere una decisione definitiva il prima possibile. "O si va avanti con MediaPro o si vota la risoluzione. Non esistono altre strade. L'assemblea deve prendere una decisione, non si deve aspettare altro tempo", aveva detto il commissario. I club però ancora una volta hanno disatteso le attese del numero 1 dello sport italiano. Non solo, ma meroledì mattina il fronte delle società orientate alla risoluzione dell'accordo con MediaPro ha perso un voto rispetto al giorno prima, con il Genoa che si è astenuto dopo aver votato a favore. L'intermediario spagnolo che si è aggiudicato i diritti tv per 1.50 miliardi di euro, non ha presentato la fideiussione prevista da 1.2 miliardi proponendo una ulteriore garanzia di circa 186 milioni, cosa che ha fatto irritare i club e gli stessi vertici della Lega.
Nel corso dell'assemblea è stato letto il parere del consulente legale della Lega, Alberto Toffoletto che ha rilevato come "le difformità sono di natura, quantità e importanza tali da rimuovere qualsivoglia dubbio rispetto alla piena legittimità della risoluzione del contratto". A fronte di questo parere la Lega Serie A, pertanto, può rescindere il contratto con MediaPro in qualsiasi momento con una delibera. Si è quindi passati alla votazione per la risoluzione che non ha ottenuto il quorum dei 12 voti necessari. I 5 astenuti Cagliari, Torino, Udinese Milan e Genoa hanno chiesto di aggiornare la discussione a lunedì perché – secondo quanto filtra – nella notte MediaPro ha inviato una comunicazione in cui annuncia che nella giornata di giovedì il Consiglio di amministrazione della controllata Imagina delibererà di versare entro lunedì 186 milioni come integrazione della garanzia già versata di 64 milioni. In giugno è poi prevista la ratifica dell'ingresso in MediaPro dei cinesi di Orient Hontai, con il 54% per circa un miliardo di euro. In luglio l'intermediario spagnolo dovrà quindi versare i 200 milioni come prima rata del pagamento, sempre che nel frattempo la Lega non abbia deciso di rescindere il contratto.