Dal primo al settimo scudetto consecutivo sono cambiati tanti, tantissimi giocatori, quasi tutti. Dal primo al settimo scudetto consecutivo è cambiato anche l'allenatore. Dal primo al settimo scudetto a non essere cambiata è la struttura societaria, che anzi si è consolidata e rafforzata nonostante le difficoltà. Che non sono mancate. Ed anche per il futuro, proprio dalla nuova triade composta da Andrea Agnelli, Beppe Marotta e Fabio Paratici, con quel valore aggiunto rappresentato da Pavel Nedved passato dal ruolo di consigliere a quello di vicepresidente, ripartirà la Juve. Perché la squadra verrà rinnovata o rivoluzionata, perché potrebbe anche assistere ad un nuovo cambio di guardia in panchina. Ma non cambierà ancora nulla o quasi dietro la scrivania, è nella stanza dei bottoni che sono nati questi anni di successi ed è lì dentro che la Juve è tornata grande come forse non è mai stata prima.
I successi del campo sono una conseguenza, la forza della Juve a livello societario è causa scatenante della crescita esponenziale avuta in questi anni sotto ogni punto di vista. Agnelli e Nedved, Marotta e Paratici: nonostante voci e pettegolezzi da qui si riparte, da qui ci si rilancia. Prima o poi forse il presidente bianconero proverà a portare la propria esperienza e la propria mentalità vincente in altri ambiti del mondo Exor: non ora. Prima o poi Nedved potrebbe prendere il suo posto o comunque cambiare ruolo in questa Juve: non ora. Prima o poi Marotta potrebbe lasciare la Juve per tentare una nuova avventura magari in Figc per aiutare tutto il movimento a rinascere come fatto con la società bianconera: non ora. Prima o poi Paratici potrebbe spezzare il binomio indissolubile con Marotta accettando milionarie proposte che riceve stagione dopo stagione in giro per l'Europoa: non ora. Anzi, proprio dal rinnovo del direttore sportivo è pronto a partire il prossimo ciclo juventino: l'accordo c'è da tempo, presto verrà ufficializzato al pari di praticamente tutta l'area sportiva. Forse non ci sarà più spazio per un altro ciclo triennale, ma quello attuale almeno a livello dirigenziale è tutt'altro che finito. I veri fuoriclasse della Juve, in fondo, sono proprio loro.

