La fine di un'era, quella di uno dei più grandi portieri di tutti i tempi. A 40 anni, 23 dei quali trascorsi sui campi di calcio di tutto il mondo, Gigi Buffon lascia il calcio (in realtà manca ancora l'annuncio ufficiale e il probabile commiato con la Nazionale proprio a Torino) e lo fa da vincitore. Il numero 1 della Juventus esce di scena alzando la coppa dello Scudetto da capitano, completando la quarta doppietta consecutiva con la Coppa Italia di mercoledì. Un doppio successo che lo fa entrare ancora una volta di più nella leggenda, essendo questo il settimo consecutivo (mai nessuno in Italia ci è riuscito) e il nono titolo personale record assoluto (senza contare i due revocati per Calciopoli, ndr).
Un campione eterno, uomo dei record, protagonista della storia del calcio italiano degli ultimi venti anni non solo a livello di club ma anche se non soprattutto a livello di nazionale. Un legame, quello con la Juve, fortissimo e cementato negli anni. Lui che ha seguito anche la squadra in B quando avrebbe potuto tranquillamente accettare una delle tante offerte miliardarie di quell'estate. Un legame, quello con i colori bianconeri, fortissimo e che nel corso degli anni si è andato sempre più rinsaldando.
Leader indiscusso in campo e fuori. La decisione di lasciare al termine di questa stagione era stata presa da tempo, di comune accordo con il presidente della Juventus Andrea Agnelli, maturata ancora di più dopo che è sfumato per l'ennesima volta il sogno di vincere la Champions League, unico trofeo che manca alla sua straordinaria bacheca. Proprio l'uscita dall'Europa, con le polemiche dichiarazioni nel post partita di Real Madrid-Juventus e l'indagine aperta dalla UEFA, rischia di 'macchiare' una carriera incredibile e forse irripetibile almeno per un portiere. Resta certo anche l'amaro in bocca della mancata partecipazione dell'Italia ai Mondiali, che gli avrebbe permesso di battere un altro record, quello delle sei partecipazioni.
Inserito dalla FIFA nella lista dei 125 calciatori più grandi di tutti i tempi, selezionato dal mitico Pelè, per Buffon è ora tempo di voltare pagina e guardare ad un futuro che lo vedrà protagonista sempre nel mondo del calcio. Per il capitano della Juventus e della Nazionale, infatti, quasi certamente si apriranno le porte di Coverciano dove dovrebbe andare ad affiancare il prossimo commissario tecnico con un ruolo di primo piano.
D'altronde per Buffon la maglia azzurra è quasi come una seconda pelle, lui che è stato campione del Mondo nel 2006 e che nello spogliatoio è sempre stato considerato il leader indiscusso e dispensatore di consigli preziosi per i giovani appena arrivati.
Certo farà un certo effetto vederlo in giacca e cravatta e non più in pantaloncini e maglietta, un po' come è stato per Totti e in precedenza per Del Piero o Maldini. Con Buffon, infatti, lascia l'ultimo interprete di una generazione di campioni assoluti che hanno portato il calcio italiano a livelli che oggi sembrano lontani anni luce.
Ecco, ora a Gigi spetterà il compito non facile proprio di guidare le nuove generazioni azzurre per cercare di rivivere momenti indimenticabili come la notte di Berlino. E poi un giorno, chissà, tornare alla Juve con un ruolo simile, magari da presidente se e quando Andrea Agnelli dovesse lasciare per ricoprire nuovi incarichi sempre nella galassia Fiat.