Champions, Borini: “La Roma può fare un’altra impresa. Salah? Non mi ha sorpreso”

Parla l'attaccante del Milan che il calcio inglese lo conosce bene: ha vestito il giallorosso nell'annata 2011-2012 prima di trasferirsi nelle file dei Reds

La remuntada bis è possibile. Fabio Borini ha fiducia nella Roma costretta a tentare un'altra 'mission impossible' in Champions League: ribaltare la sconfitta per 5-2 subita ad Anfield. L'attaccante del Milan conosce bene il calcio inglese ed entrambe le semifinaliste: ha vestito il giallorosso nell'annata 2011-2012 prima di trasferirsi nelle file dei Reds, per due stagioni inframezzate dall'esperienza con il Sunderland. Tappe importanti nella sua carriera, rievocate dal giocatore rossonero a LaPresse.

Il suo sbarco nel calcio inglese avviene prestissimo: a 16 anni dalle giovanili del Bologna passa in quelle del Chelsea. Cosa significa per un giocatore così giovane vivere subito un'avventura all'estero?
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Era tutto una novità. Non conoscevo la lingua, non conoscevo nessuno. Un vero salto nel buio. Però ero convinto di quello che volevo fare: giocare a calcio. Oltretutto in Inghilterra. E quindi mi sono detto: andiamo"

Dopo il ritorno in Italia e il passaggio a Parma, arriva alla Roma. Come ricorda quell'annata?
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Come una delle mie esperienze più positive, nella quale ho raggiunto molti traguardi. Giocavo da attaccante, ho fatto 10 gol al mio primo anno in Serie A. E sono stato convocato per l'Europeo di Polonia e Ucraina"

La proprietà dei giallorossi era da poco passata in mani americane. Si percepivano i cambiamenti societari?
"Si vedeva che c'era qualcosa di nuovo in costruzione. E sta continuando ancora oggi, penso al progetto per il nuovo stadio"

Per la panchina la scelta cadde su Luis Enrique. Il tecnico ha patito le pressioni dell'ambiente? Com'era il vostro rapporto?
"Lui era nuovo, come erano nuove le figure della società. Quando ci sono dei cambiamenti si paga sempre l'attaccamento al passato. Allenatori come Luis Enrique ce ne sono pochi in giro. Metteva sempre davanti l'uomo e non guardava i nomi dietro la maglietta"

Cosa significa giocare insieme ad un monumento come Totti?
"Da Francesco ho imparato tante cose. È stato leale con la Roma, non ha mai vestito altre maglie e questo fa capire la sua mentalità. Che effetto mi fa vederlo dirigente? Prima o poi doveva succedere, non si può continuare a giocare per sempre"

Dopo l'ottima stagione in giallorosso ritorna in Inghilterra, ingaggiato dal Liverpool. Ma un infortunio le fa perdere buona parte dell'anno.
"Quello dei Reds è un ambiente simile a quello del Milan: tanta storia, i trofei alle spalle, un seguito di tifosi pari ai più grandi club del mondo. Quanto agli infortuni, purtroppo fanno parte del mestiere, e non sono controllabili".

Ad Anfield trovò in panchina Rodgers, già suo allenatore allo Swansea
"Mi ha dato tanto all'inizio. A Liverpool è stato contestato, io ho avuto i miei infortuni"

La tifoseria Reds è davvero un'arma in più?
"Nelle gare in Europa sì, cambia tutta l'atmosfera. Viene alimentata una sensazione, un sentimento in più. Le chiamano 'European night'"

Una volta ha ammesso il rimpianto di non aver avuto come allenatore Klopp, che arrivò dopo il suo passaggio al Sunderland
"Mi piace come utilizza le sue squadre, come le fa attaccare, il modo in cui sfrutta le caratteristiche dei singoli. Visto da fuori la sensazione è che conosca molto bene i suoi giocatori, calcisticamente e non solo. Capisce quando utilizzare un giocatore piuttosto che un altro. Per me questo ha grande valore"

Calcisticamente si sente più inglese o italiano?
"Inglese"

Dall'Inghilterra cosa vorrebbe trapiantare in Italia?
"La modalità di vita. In Inghilterra un calciatore di successo può vivere serenamente come tutte le altre persone"

Gli italiani visti dagli inglesi?
"Di sicuro non ci temono. Ci giudicano dei furbacchioni, sempre impegnati a trovare la via per vincere. L'italiano non è ben visto"

Sorpreso dall'esplosione di Salah?
"No. Con Roma e Fiorentina aveva fatto già bene. E in Inghilterra, con un allenatore come Klopp che sfrutta le sue caratteristiche al millimetro, sta dando tutto quello che ha. Se può puntare al Pallone d'Oro? Sarebbe ora che lo vincesse finalmente qualcun altro…"

La Roma può compiere un'altra impresa come quella con il Barcellona?
"Si può fare. C'è già riuscita e contro una squadra forse più forte. I due gol segnati all'andata aiutano a crederci"

Da 'esperto' di Premier League vuole dare un consiglio a Di Francesco per battere il Liverpool?
"No, assolutamente: l'allenatore è lui, io sono un giocatore"

La sua favorita per la vittoria della Champions?
"Per me resta sempre il Real Madrid"