I concetti restano gli stessi, amarissimi, abrasivi, duri. Ma, a mente fredda, forse verrebbero esplicitati dai medesimi protagonisti con una dialettica diversa. Perché toni e modi contano, anche se in certi casi l'adrenalina e la rabbia sono fiumi di coscienza impossibili da contenere entro argini di pacatezza. Insomma, il giorno dopo della Juventus è assolutamente uguale alla sera prima, quella del rigore molto naif che l'inglese Oliver ha 'visto' e fischiato quando mancavano pochi secondi ai supplementari, rovesciando lo stato d'animo bianconero dall'esaltazione alla disperazione.
"Non puoi avere il cinismo per distruggere una squadra che ha messo tutto. Non è questione di saper arbitrare… Devi aver visto innanzitutto la partita dell'andata e magari al ritorno sei più sereno e fischi cose più eque", ha tuonato Gigi Buffon al passo d'addio. Dalla Champions League e dalla Juventus. Sbaglia, Buffon. Il punto non è compensare gli errori compiuti da chi ha preceduto Oliver (penalty su Cuadrado a Torino) ma valutare in maniera corretta cosa succede in campo. Non è nemmeno una faccenda di cuore o di bidone dell'immondizia: un arbitro può essere pure uno spazzino dei sentimenti ma deve saper valutare gli episodi per quello che sono. E che valgono. Magari con il Var sarebbe cambiato qualcosa. Magari, ecco, perché otto mesi di campionato italiano hanno dimostrato che pure sulle analisi al video non c'è sempre un'opinione univoca.
Andrea Agnelli ha giustamente perorato ed invocato la causa tecnologica per le competizioni europee: chi meglio di lui può vestire i panni del paladino di questa battaglia? È nel board dell'Uefa ed è presidente dell'Eca, dunque ha tutti gli strumenti per farsi sentire, lui più della Federcalcio, tristemente abbandonata al commissariamento. La battaglia su e contro Pierluigi Collina è meno 'stilosa' e probabilmente più dietrologica, malgrado sia animata da un concetto condivisibile, quello dell'alternanza. Cambiano presidenti e allenatori, può cambiare pure il designatore.
Sì, ma adesso? Alla Juventus mancano una semifinale che meritava per la remuntada del Santiago Bernabeu e molti milioni di euro, però restano lo scudetto e la Coppa Italia. Che non valgono meno, sono solo obiettivi con un profilo differente. Il difficile sarà ricominciare: domenica alle ore 18, Allianz Stadium, contro la Sampdoria. Lo ha detto Massimiliano Allegri, il più lucido nella buia notte madridista: mettere un punto, azzerare il rammarico e andare a capo.