Dai campi di serie C alla lotta con la Juventus per lo scudetto. Il Napoli ne ha fatta di strada in questi anni e chi ha contribuito in prima persona a scalare quei primi gradini è senza dubbio Francesco Montervino, capitano del Napoli di Edy Reja nella celebre cavalcata della stagione 2006/07, culminata con la promozione in Serie A. Oggi lo abbiamo raggiunto in esclusiva per LaPresse, in una piacevole chiacchierata sui temi di attualità legati al Calcio Napoli.
Partiamo subito da un dato: sette vittorie nelle prime sette di campionato, un ruolino di marcia impressionante. Qual è a tuo avviso il segreto del Napoli di Maurizio Sarri?
"Indubbiamente il fatto di non stravolgere la rosa è stato fondamentale, più che altro aver mantenuto quei giocatori che erano ambiti a livello europeo. Il Napoli per diventare quasi perfetto deve solo migliorare nella solidità difensiva, visto che a volte si prendono gol anche stupidi, sebbene la percentuale sia diminuita di molto rispetto al passato. Detto questo non credo più che ci sia un segreto: come si dice in gergo il Napoli è ormai una 'carta conosciuta', ma anche difficilissima da affrontare"
Oggi il presidente Aurelio De Laurentiis ha dichiarato in un'intervista: 'Terrei Sarri per altri 10 anni, ma se volesse andar via ne troveremo un altro'. Ha ragione? E soprattutto: esiste un altro Sarri sulla piazza?
"Non so se il presidente ha ragione a dire così, queste sono sensazioni che solo lui può esprimere. Oggi come oggi allenatori preparati come Sarri ce ne sono tanti, ma forse non così maniacali e che riescono a raggiungere questo livello di gioco. A questo punto meglio tenersi Sarri, con tutti i pregi e qualche difetto che può avere. Nella scelta degli allenatori il Napoli ha sempre operato bene e anche in caso di divorzio saprebbe come muoversi, ma ci tengo a ribadirlo: per il bene della squadra e del club mi auguro che Sarri resti ancora a lungo in panchina."
Apriamo il capitolo Marek Hamsik, tornato finalmente ai suoi livelli. Erano giuste le critiche contro di lui?
"Tanto Marek di critiche ne riceve ogni anno… Hamsik per un mesetto stenta sempre, è un essere umano anche lui e può avere un periodo di appannamento. Ma è un professionista esemplare e appena si è ripreso ha regalato il solito contributo di assist e gol. Se è giusto o no criticarlo questo sta all'intelligenza delle persone, ma la realtà ci dice che Marek è un fuoriclasse, un valore che va tutelato"
Dopo la sosta arriverà un trittico micidiale: Roma e City in trasferta, poi Inter in casa. Quale sfida devono temere di più gli azzurri?
"Credo che le prime due partite il Napoli le giocherà a viso aperto, merito anche di due schieramenti sotto certi aspetti simili: contro la Roma e contro il Manchester mi aspetto belle partite, molto aperte e con tanti gol, con la speranza che il Napoli ne faccia chiaramente di più… (ride ndr). Forse quella contro l'Inter, sebbene sia l'avversario più debole, sarà la partita più complicata. La squadra di Spalletti è la più duttile, può cambiare pelle e fare anche una partita più attendista, mettendo magari in difficoltà Sarri sul piano tattico"
Passiamo alla Nazionale Italiana. Ti faccio due nomi con due storie completamente diverse: da un lato Jorginho, quasi ignorato dal ct Ventura, e dell'altro Lorenzo Insigne, pronto a prendersi la scena già stasera con la Macedonia. Come vedi il loro percorso in maglia azzurra?
"Io parto da un presupposto: non sono un grandissimo estimatore di Jorginho e non credo sia un fenomeno in grado di spostare da solo gli equilibri di una squadra. Detto ciò, lui sta facendo benissimo e oggettivamente merita la convocazione in nazionale dopo essersi imposto al Napoli dopo tante difficoltà. Dispiace non sia convocato, ma evidentemente ci sono allenatori come Ventura che la pensano un po' come me… Su Insigne mi auguro che continui a dettare legge anche in Nazionale, dove forse gli manca ancora l'ultimo passo per diventare un top. Se poi stasera con la Macedonia dovesse giocare nel suo ruolo naturale allora sicuramente potrà rendere al meglio"
Può essere l'anno giusto per riportare lo scudetto in città?
"Indubbiamente la partenza è stata incoraggiante, nonostante in qualche partita non si sia espresso un gioco così stellare come il Napoli ci aveva abituato finora. Ma guardando certi numeri ti accorgi quanto si possa essere vicini a fare un'annata che può diventare storica"