"Conte è il manager che più ha 'scommesso' su di me. Sono molto consapevole di questo: ha scommesso su di me alla Juventus ma poi è andato via prima del mio arrivo. Quindi mi voleva al Chelsea. Lui mi conosce meglio di quanto possa immaginare, sono sicuro, e questo è importante: motiva a lavorare sodo e ad allenarsi bene". Lo ha detto Alvaro Morata, attaccante del Real Madrid, nel corso di una lunga intervista al Guardian. "Mi sento in debito con lui perché è l'allenatore che più ha avuto fiducia in me, più mi ha cercato e che mi ha fatto sentire di poter arrivare ai massimi livelli. E ancora non ho mai avuto la fortuna di lavorare effettivamente con lui. Sono sicuro che prima o poi lo farò", ha aggiunto.
Ripensando al periodo alla Juventus, Morata nel raccontare le difficoltà iniziali ha avuto parole di elogio per Gigi Buffon. Il 39enne capitano bianconero è stato quasi come un padre per il giovane attaccante spagnolo sostenendo sempre che aveva tutto per essere tra i migliori del mondo "se solo avesse superato i problemi mentali". "Avevo combattuto per giocare per la Juventus, ma ero 'condizionato' dalla clausola di recompra del Madrid. Non sapevo quale sarebbe stato il mio futuro. Tutto ciò mi ha distratto", ha dichiarato l'attaccante spagnolo. Il suo stato d'animo non è passato inosservato, anche perchè incideva sul gioco. "Avevo appena finito uno dei peggiori allenamenti della mia vita. Non riuscivo a controllare la palla. Il fisioterapista mi ha chiesto cosa c'era che non andava e gli dissi che ero triste. Stavo piangendo. Ero lì sul lettino con Buffon accanto a me. In seguito mi ha preso da parte, da solo e mi ha detto che se volevo piangere dovevo farlo a casa. Mi ha detto che le persone che mi volevano male sarebbero state contente, quelle che mi volevano bene sarebbero invece state tristi nel vedermi così", ha concluso Morata.