"Sono uno che è convinto che il calcio italiano sia malato storicamente di complicità. Non credo alla leggerezza, credo di più alla complicità, cioè che per tener buone determinate curve i dirigenti abbiano mantenuto dei comportamenti disinvolti". Così il conduttore Massimo Giletti, interviene a 'Tutti Convocati' su Radio 24 in merito alle accuse ricevute dalla famiglia Agnelli e prosegue: "Nella battaglia intrapresa da Lotito io sono sempre stato con lui contro i delinquenti. Sai, quando uno tiene in casa 180 kg di droga ed è il capo degli ultras della Lazio, insomma mi sembra evidente…il calcio fa finta di non vedere. Da qui a dire poi che la famiglia Agnelli e i vertici juventini abbiano rapporti con la criminalità calabrese è la solita tiritera anti-Juve, perché non puoi sapere chi c'era dietro una persona che tu puoi incontrare come capo di una determinata aggregazione di curva".