Il Torino ritrova la vittoria sconfiggendo gli abruzzesi per 5-3
Dopo qualche stecca di troppo, il Torino ritrova il bel canto della vittoria. All'Olimpico va in scena il Festival granata: a farne le spese è il derelitto Pescara, ormai incamminato mestamente verso la B, sicuramente il miglior avversario che in questo momento si potrebbe incontrare. Successo rotondo (5-3), sul quale spicca il solito Belotti che mette la sua firma con una doppietta, e che rischia di essere messo in discussione in un finale pazzesco: sotto di cinque reti, dopo essere stata dominata in lungo e in largo, la squadra di Oddo ne fa tre in dieci minuti seppur con la complicità della difesa di casa. I granata comunque resistono e ottengono la prima vittoria del 2017, un'incoraggiante iniezione di fiducia per giocarsi le ultimissime chance di agganciare un'Europa che però resta davvero lontana.
Mihajlovic si affida ai 'tre tenori' Iago Falque-Belotti-Ljajic, mentre a centrocampo lancia Lukic vista l'assenza di Valdifiori. Scelte obbligate per la difesa, dove Ajeti affianca il veterano Moretti, sulla fascia destra c'è De Silvestri. Oddo preferisce Verre a Muntari a centrocampo, Benali e Kastanos vanno a supporto dell'unica punta Caprari, in difesa Fornasier vince il ballottaggio con Coda. Sono sufficienti 70 secondi al Toro per sbloccare il risultato. Benassi fa da sponda sul cross di Barreca, a centro area c'è Iago Falque che in piena solitudine da due passi può insaccare. Le cose di mettono subito bene per i granata, che pochi minuti dopo raddoppiano: sugli sviluppi di una punizione di Ljajic, la palla giunge ad Ajeti liberissimo di battere a rete (9'). Lo show prosegue con Belotti, lanciato in contropiede da Obi: la sua fuga culmina in un destro che trafigge Bizzarri e mette la pratica in archivio dopo appena un quarto d'ora. Della reazione degli abruzzesi nessuna traccia. Sulla carta i granata hanno davanti 75 minuti solo da far trascorrere. Scenario migliore non poteva esserci. La banda Mihajlovic gioca sul velluto, il tabellino potrebbe già gonfiarsi con Ljajic, Iago e un Ajeti a suo agio nel ruolo di centravanti, Bizzarri ci mette una pezza. Fiutando l'aria che tira, lo sconsolato Oddo opta per evitare l'imbarcata: fuori la mezzapunta Kastanos, dentro il difensore Crescenzi. Il Toro si distrae un attimo e rischia di pagare il sussulto d'orgoglio del Pescara: ci vuole il volo plastico di Hart per negare il gol della speranza a Caprari. Per il resto i granata tra un affondo e l'altro gestiscono in assoluta tranquillità fino all'intervallo. Unico neo per Mihajlovic l'infortunio di Obi, fermato da una distorsione alla caviglia: lo rimpiazza Gustafson.
Nella ripresa anche Ljajic scrive il suo nome nel tabellino che batte Bizzarri sul secondo palo: e quattro (53'). Pochi minuti ed è nuovamente tempo di esultare per Belotti, che incorna il cross di Iago Falque e continua la corsa al trono marcatori. Il Pescara è alle corde, e ci pensa un granata, Ajeti a dargli una scossa. Il centrale granata tocca il cross basso di Zampano e infila malauguratamente nella propria porta (29'). Un minuto dopo e gli abruzzesi raddoppiano con Benali, complice una difesa in versione statue di cera. Incredibile ma vero, la paura inizia a serpeggiare nelle file dei granata nonostante una gara ormai strachiusa. La squadra di casa è completamente in bambola. L'undici di Oddo ringrazia e trova persino la terza rete, ancora con Benali, che raccoglie la respinta di Hart sul tiro di Memushaj, dopo un pessimo rilancio dello sciagurato Ajeti (37'). In dieci minuti la gara è riaperta: roba che non poteva immaginare nemmeno il miglior sceneggiatore di thriller. Mihajlovic in panchina stenta a credere ai suoi occhi, come del resto tutti i tifosi granata. Per fortuna dei padroni di casa, mancano pochi minuti. E al triplice fischio, può arrivare il sospiro, anzi sospirone, di sollievo.
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