Sulla nazionale. "Mi auguro che Ventura riesca ad avere l'entusiasmo che si è visto all'Europeo"
"Chi tra Roma e Napoli può contrastare la Juve in campionato? La supremazia morale è indiscutibile, oggi la Juve è l'unica realtà italiana che può competere a livello mondiale. Il Napoli gioca meglio di tutti ma non ha comunque la statura dei bianconeri che oltretutto hanno cinque volte il fatturato del Napoli". E' questa l'opinione dell'ex ct della nazionale Arrigo Sacchi, che ai microfoni di Radio Onda Libera ha fatto il punto sulla Serie A. "La storia incide molto e questo il Napoli, così come altri, lo pagano. Senza Higuain sta facendo più gioco di un anno fa – ha aggiunto – Anche la Roma fa un bel calcio, in un ambiente che come si esalta si deprime allo stesso modo".
Secondo Sacchi però in Europa "la Juve ha soprattutto la sindrome della Champions nel rapporto tra il numero delle vittorie e le partecipazioni. Deve avere una mentalità più internazionale e meno italiana – ha proseguito – Il Milan? Montella sta facendo un buon lavoro anche se dopo le ultime esperienze lo trovo un po' involuto. Non deve perdere la sua identità. Oggi vedo un eccesso di prudenza, gioca troppo dietro". L'ex allenatore rossonero si è poi soffermato anche sulla qualità dei tecnici italiani, che stanno guidando Premier League (Conte) e Bundesliga (Ancelotti). "C'è una grande tradizione ma facciamo fatica a uscire dal conservatorismo che non esalta pienamente le potenzialità – ha evidenziato – All'estero intendono il calcio più come sport di squadra e offensivo che individuale e difensivo rispetto all'Italia. Conte e Ancelotti sono l'espressione migliore della tradizione italiana ma attaccano e difendono con tutta la squadra lavorando ottimamente sull'equilibrio".
Sacchi ha poi fatto il punto sulla nazionale. "Quasi sempre l'Italia è stata competitiva. Mi auguro che Ventura riesca ad avere l'entusiasmo che si è visto all'Europeo quando pensavamo di fare figuracce e invece siamo stati molto dignitosi. Spero soprattutto in un campionato maggiormente propositivo. Sono poche le società che danno tranquillità e serenità, si pensa solo al risultato – ha evidenziato l'ex ct azzurro – Se c'è qualche giovane che avrei visto bene nel mio Milan? Ci sono diversi ragazzi di talento, penso a Romagnoli, Rugani, Belotti, Berardi. Ci sono percorsi da affrontare che partono dalle giovanili, a livello di nazionali, com'è stato fatto raccogliendo certi frutti, e nei club. Serve una programmazione di lavoro nelle società con delle guide adatte a dettare la linea".
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