Il derby d'Italia lo ha vinto l'Inter. Che per i nerazzurri è molto più importante dei tre punti messi in saccoccia, perché rappresenta una sorta di riabilitazione; che per la Juventus ha una valenza negativa considerevole, perché è una pericolosa battuta d'arresto. E che, in assoluto, capovolge la classifica: perché comanda il Napoli, adesso. Dopo quanto era accaduto alla squadra di Frank De Boer in Europa League nessuno osava immaginare che potesse succedere cosa in realtà è successo, anche se il pareggio senza acuti dei bianconeri contro il Siviglia aveva sollevato – a questo punto – legittime perplessità. A San Siro ha giocato meglio l'Inter e il risultato in fondo rispecchia l'andamento della partita, mai banale, mai anonima. Viene da chiedersi quali tasti abbia schiacciato il tecnico olandese per innescare questa incredibile metamorfosi in pochi giorni, ma i fatti gli danno ragione. Come dà torto a Massimiliano Allegri la tendenza a considerare la sua formazione come il Meccano: smonta e rismonta… Higuain in panchina per oltre un'ora diventerà un caso, come lo è stata l'esclusione di Pjanic in Champions League.
SFIGURARE L'incipit dell'Inter è stato diverso rispetto al solito, 'performato' alla qualità dell'avversario e alla necessità di non sfigurare a San Siro, davanti a tifosi non proprio bene intenzionati dopo le recenti figuracce e, soprattutto, al cospetto di molti reduci del Triplete, da Samuel a Milito, da Chivu a Materazzi. Insomma, l'orgoglio ha compensato alla differenza di valori, anche se Higuain è rimasto inizialmente in panchina, assieme a Barzagli – costretto a entrare in campo dopo 25 minuti per l'infortunio muscolare di Benatia – e Lemina, a Dani Alves e Pjaca. Tra i nerazzurri, invece, la sorpresa di De Boer è stato Eder al posto di Perisic, pure lui in buona compagnia, da Jovetic a Kondogbia, a Palacio.
SCARTAMENTO RIDOTTO Più corta e più aggressiva, l'Inter ha impedito alla Juventus di giocare come avrebbe voluto. La marcatura di Banega in prima battuta e di Joao Mario in seconda ha tolto a Pjanic fiato e idee, tanto che i campioni d'Italia per mezz'ora hanno viaggiato a scartamento ridotto, si sono presi uno spavento su un colpo di testa di Icardi e su un destro di Eder. Solo al 33' c'è stato un lampo, complici Dybala e Alex Sandro, ma Khedira ha sbagliato un'occasione facilissima, depositando il pallone tra le braccia di Handanovic. Chance compensata dal palo scheggiato da Maurito con una violentissima conclusione di destro. Poi ancora un altro lampo, con un tiro di Pjanic di poco a lato.
SPALLATE & RICAMI Lampi, fiammate, non il consueto gioco martellante della Juventus. Mandzukic ha fatto a spallate con Miranda e si è visto poco, Dybala si è dedicato molto ai ricami e non ha praticamente tirato in porta, Asamoah è stato destinato al disbrigo delle operazioni minimaliste a centrocampo. Poca la spinta sulle fasce, almeno inizialmente, anche perché Alex Sandro si è dovuto preoccupare di Candreva e Lichtsteiner non poteva perdere d'occhio Eder.
ISOLAMENTO Nulla è cambiato nella ripresa, i bianconeri hanno faticato a prendere il sopravvento, l'Inter ha continuato a dare fastidio, a pungere nella trequarti, a non abbassare il ritmo. Mandzukic e Dybala sono stati spesso in isolamento, pochi palloni da giocare, poche opportunità per poter offendere. Il diagonale di Candreva al 18' è stato come un campanello d'allarme per i campioni d'Italia, perché è stato il frutto di una bella azione orchestrata dai nerazzurri e perché ha certificato un certo atteggiamento disinvolto. Non a caso, tra il vantaggio juventino (21' tap-in di Lichtsteiner su cross eccellente di Alex Sandro) e il pareggio di Icardi (23' testata vincente su cross di Banega) sono passati appena due minuti.
PALLE ALTE Botta e risposta, ecco. E nessuno si è stupito se al 33' Perisic, appena entrato al posto di Eder, ha battuto Buffon con un altro colpo di testa, frutto di un errore in disimpegno (Alex Sandro) e di un assist perfetto di Icardi. La fragilità dei bianconeri in fase difensiva non è più una casualità, specialmente sulle palle alte: materia di riflessioni per Allegri. Che ha sperato finisse dentro una girata di Higuain per portare a casa almeno il pareggio, invece il pallone ha terminato la sua corsa vicino al palo.