Idolo della Torino granata prima e di Pescara poi. Leo Junior è stato uno dei giocatori brasiliani che ha lasciato il segno più tangibile sul campionato di Serie A degli anni '80 conquistando l'affetto e la stima dei tifosi. Non soltanto per le sue indiscusse doti di calciatore e di leader ma anche per il suo carattere. Sempre composto, mai fuori dalle righe. Un professionista esemplare. LaPresse lo ha avvicinato a Casa Italia, la struttura allestita dal Coni a Rio de Janeiro in occasione dei Giochi Olimpici per una chiacchierata sulla stagione calcistica italiana alle porte.
Come vede il nuovo Torino di Sinisa Mihajlovic?
"Mihajlovic rispetto a Ventura ha un'altra mentalità. Credo che sarà una squadra più impostata all'attacco. Il Toro deve puntare a fare qualcosina in più rispetto allo scorso anno. Resta sempre la differenza con le squadre che hanno grandi possibilità economiche ma se tira fuori la grinta può raggiungere buoni traguardi".
Il Pescara riuscirà ad ottenere l'obiettivo salvezza e restare in Serie A?
"Me lo auguro di cuore. Deve tornare quell'euforia che ho vissuto io negli anni '80. Non hanno fatto grandi investimenti ma la squadra è buona. Lotteranno fino alla fine".
La Juventus resta la favorita per lo scudetto?
"Assolutamente sì. Non solo per la rosa ma anche per la forte struttura e organizzazione societaria che le hanno permesso di vincere tanti campionati".
Il passaggio del suo connazionale Bruno Peres dal Torino alla Roma è stato uno dei colpi del mercato. Riuscirà a fare la differenza?
"Teoricamente lui può fare di tutto. Bisogna vedere però l'inizio del campionato quando la palla inizia a girare e le cose diventano serie".
Cosa significano i Giochi Olimpici per il Brasile e per Rio de Janeiro?
"L'Olimpiade è già un successo per quello che lascerà alla gente. Sono state costruite molte strutture che prima non c'erano e resteranno anche dopo le Olimpiadi. Come vedo la candidatura di Roma ai Giochi del 2024? Spero che vinca. Così posso tornare in Italia volentieri.. (ride, ndr)".