I polmoni di Kantè, la solidità del tandem Huth-Morgan, la classe di Mahrez e il fiuto del gol di Vardy. Loro sono sicuramente le facce più note della favola Leicester, piccolo club di una città nel cuore dell'Inghilterra con meno di 300mila abitanti, capace di trionfare nel campionato più ricco del globo, la Premier League. Ma il popolo delle Foxes sa bene che gran parte del miracolo è farina del sacco di Claudio Ranieri, testaccino doc classe 1951. Il mister romano, modi garbati e un curriculum che lo ha visto protagonista in Italia, Spagna e Inghilterra, era sbarcato il 13 luglio nelle Midlands orientali con l'obiettivo di conquistare una salvezza tranquilla, arrivata al fotofinish nel 2015 con un filotto di sette vittorie nelle ultime nove gare. Il risultato storico è sotto gli occhi di tutti: una piccola che sorprende corazzate come Chelsea, United, o City, nonostante il Leicester nella classifica del monte ingaggi della Premier sia solo al quart'ultimo posto con 62 milioni totali.
Ma l'impresa di Ranieri, che qualcuno ora vuole fare baronetto ma che dieci anni fa era chiamato bonariamente 'Tinkerman' per via dei suoi continui dubbi sulle formazioni da schierare, nasce da lontano, in particolare dalla Sardegna. Dopo una carriera da difensore centrale tra Catanzaro e Catania, nel 1988 si mette in luce sulla panchina del Cagliari, dove in due anni porta i sardi dalla C alla A e nella terza stagione, con un gioco piacevole e redditizio, conquista la salvezza. A questo punto arriva la chiamata del Napoli di Ferlaino: dopo una buona prima stagione viene esonerato nel 92-93 in seguito ad un poker del cigno di Utrecht Van Basten.
Dal 97' al 2005 il mister romano, sposato con Rosanna conosciuta ai tempi di Catanzaro, inizia il suo tour del pallone tra Spagna e Londra. Al Valencia fa bene in due riprese nonostante rosenon eccezionali ( e alza anche una Supercoppa europea): al Chelsea il gentleman di Testaccio in quattro stagioni garantisce un rendimento costante, il lancio di un monumento come Frank Lampard, con l'acuto finale del 2004 dove arriva in semifinale di Champions e secondo in Premier. La nuova proprietà russa preferisce però puntare per il nuovo ciclo su Josè Mourinho.
Dopo un paio di anni sabbatici il mister, che ora in molti vorrebbero sulla panchina della nazionale, nel febbraio 2007 si siede sulla panchina del Parma e salva i ducali dando spazio al talento di un certo Giuseppe Rossi. A fine stagione la Juventus, risalita in Serie A dopo lo tsunami Calciopoli, sceglie lui per ripartire: sul mercato arrivano giocatori non di primo piano, ma i bianconeri conquistando un ottimo terzo posto. Nella seconda stagione nonostante la doppia vittoria nel girone di Champions contro il Real, Ranieri paga una striscia negativa a fine campionato e viene esonerato a maggio 2009. Nella stagione successiva diventa l'allenatore della Roma. la sua squadra del cuore e i rimpianti sono tanti. A fine campionato è secondo per soli due punti dietro l'Inter, in quella stagione armata invincibile con Mourinho. Nel maggio 2012 sposa il progetto Monaco del magnate russo Dmitry Rybolovlev: prima riporta i biancorossi in Ligue 1, poi arriva secondo dietro al Psg di Ibra e Ancelotti. Nell'estate 2014 Ranieri accetta la panchina della nazionale greca. La sua esperienza è un flop assoluto e dura solo quattro mesi con tre sconfitte e un pari (un giornale ellenico arrivò a titolare 'Ma che cazzo' con il mister di spalle).
L'ultima tappa della sua lunga carriera è così nelle Midlands dove in passato avevano avuto brevi esperienze tra campo e panchina anche Mancini e Sousa. Titolo e leggenda: se a metà campionato qualche giornalista sorrideva quando Ranieri raccontava di aver regalato dei campanellini ai suoi giocatori ("Gli dicevo dilly ding dilly dong per svegliarli allora ho pensato di darne uno a tutti"), ora è ben chiaro, per citare Ernest Hemingway 'Per chi suona la campana'. In tutta l'Inghilterra e in tutto il mondo.