Corrette al ribasso la crescita e le stime sul deficit

Bruxelles tende la mano a Roma per un compromesso sui conti, ma con l'altra corregge al ribasso la crescita e peggiora le stime sul deficit. La Commissione Ue ha alzato il velo sulle previsioni d'inverno, che dicono per l'Italia che il Pil sarà al +1,4% quest'anno e al +1,3% nel 2017. Entrambe le stime sono state limate di 0,1 punti percentuali dall'autunno. Tuttavia a preoccupare è soprattutto il disavanzo dei conti pubblici, che per la Commissione si ridurrà solo "marginalmente", al 2,5% del Pil nel 2016, con un peggioramento del saldo strutturale, ovvero al netto del ciclo economico, di 0,7 punti. Un dato che rischia di far scivolare l'Italia di nuovo sotto procedura per deficit eccessivo. La Commissione scrive infatti che il deterioramento dei conti "riflette l'impatto espansivo della legge di stabilità 2016", compresi i 3,2 miliardi di euro di spese supplementari su sicurezza e cultura che hanno rialzato l'obiettivo sul disavanzo al 2,4% del Pil dal 2,2% nella bozza di bilancio. Inoltre Roma sperava in un giudizio rapido sulla ulteriore flessibilità dei conti chiesta all'Ue per l'emergenza migranti, per la minaccia terroristica e per le politiche di sostegno alla cultura.

 

Il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, presentando le nuove stime, è però stato chiaro: il via libera, come per tutti i Paesi, arriverà come previsto a maggio. Moscovici se l'è inoltre presa con "la stampa italiana" che l'avrebbe dipinto "come un po' schizofrenico" con "speculazioni totalmente contraddittorie" sulla sua idea in merito al concedere più o meno flessibilità. "La mia opinione è chiara e nota", ha detto il francese, e ha precisato che le richieste sono sotto esame e saranno valutate con uno "spirito di sostegno alle riforme, ma senza contravvenire al patto di stabilità e crescita". E ha sottolineato il dialogo "regolare" con il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. "Ho perso il conto dei nostri incontri", ha detto. Moscovici ha inoltre invitato Roma ad abbassare i toni e lavorare a un compromesso: "Ci vogliono un po' di serenità, tranquillità, pazienza e reciproco lavoro, e ascoltarsi e dialogare. Io sono pronto".

 

Padoan, durante il question time al Senato, ha affermato che la Commissione "si limita a indicare elementi di rischio", che, "anzi, nel lungo periodo" sono "tra ai più bassi dell'Unione europea". Sul debito, tallone d'Achille per i conti pubblici italiani, che Bruxelles ha rivisto al rialzo al 132,4% del Pil nel 2016, dal 132,2% stimato in autunno, Padoan ha sottolineato che "non c'è un richiamo" dell'Ue e che il governo è nella "direzione giusta" perché il percorso è quello di una riduzione. Inoltre, ha affermato l'inquilino di via XX Settembre, le previsioni della Commissione sul debito "sono molto simili" a quelle del governo, che però lo vede al 131,4% del Pil quest'anno. Padoan ha colto l'occasione per rassicurare sull'eventuale necessità di ricorrere alle clausole di salvaguardia sui conti pubblici, una misura che farebbe schizzare in alto la pressione fiscale. "L'intenzione del Governo rimane quella di sostituire l'aumento di Iva e accise con misure di risparmio", ha risposto ai senatori.
 

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