In questi giorni, a Bologna ci sono state diverse polemiche legate al ricordo di Lucio Dalla, il cantautore morto il 1 marzo di quattro anni fa. Per molti, infatti, sono poche le iniziative nel capoluogo emiliano a quattro anni dalla scomparsa. LaPresse ha interpellato in proposito Shel Shapiro, amico fraterno e collega dell'autore di 'Caruso' e 'Attenti al lupo'.
Shel, in molti si stanno lamentando che, a quattro anni dalla scomparsa di Lucio Dalla, non ci sia stata nessuna iniziativa per ricordarlo. Lei che cosa pensa di queste polemiche?
Non credo a che a 4 anni dalla morte di Lucio Battisti Roma abbia fatto qualcosa per ricordarlo. Inoltre, forse queste persone che si stanno lamentando avrebbero potuto muoversi loro per prime. Io trovo molto più bello che ci siano state piccole ricorrenze nei bar, nei club, più che eventi istituzionali. A chi importa se il Comune fa un grande evento? La decenza sta nella semplicità. Le persone nei bar che suonano le sue cose per ricordarlo: questo è bellissimo. La cosa che avrebbe fatto più piacere a Lucio è il ricordo della gente comune, non delle istituzioni: lui non era un grande uomo delle istituzioni. E' vero che le istituzioni non hanno fatto nulla per ricordarlo, ma mi sembra quasi un gesto di pudore da parte loro.
Ci regala un suo ricordo personale con Lucio Dalla?
"Io Lucio lo conosco dal 1965 e ovviamente mi ricordo benissimo di lui. Eravamo praticamente della stessa età, lui era solo alcuni mesi più grande, così siamo cresciuti insieme. Quando parlava di noi, diceva 'Io e Scellino". Con Lucio è nata un'amicizia semplice, di grande rispetto e stima reciproca. Qualche anno fa abbiamo reinciso insieme 'Bisogna saper perdere', che avevamo portato a Sanremo. Lucio aveva una grande intelligenza, nata dalla semplicità, e un talento che gli ha fatto scrivere una canzone come 'Caruso'.

