La quattordicesima sarà estesa a 3,3 milioni di persone

Sei miliardi di euro in tre anni: è questo il primo passo del governo per modificare, anche se in parte la legge Fornero. L'impegno, messo nero su bianco in 5 cartelle di verbale, è stato siglato ieri dal ministro del Lavoro Giulio Poletti, dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, e dai leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo. Si tratta, è stato spiegato nel corso della conferenza stampa al termine della riunione, di una prima fase nella quale è stata stabilita la somma di 6 miliardi di euro che saranno distribuiti, ha spiegato Poletti "con una dinamica crescente". Per quanto riguarda il testo, il titolare del dicastero del Lavoro non ha dubbi: "E' la sintesi di un lavoro che abbiamo giudicato importante" il confronto "continua perché ci sono altre  tematiche di ampio respiro"  da affrontare.

Tra gli interventi stabiliti, la quattordicesima che sarà estesa a 3,3 milioni di persone, ovvero ai pensionati con redditi complessivi personali fino 1.000 euro al mese, quasi 1,2 milioni in più rispetto alla attuale platea di beneficiari. È "plausibile", ha detto il sottosegretario Nannicini che ci sia un'aumento del 30% della quattordicesima per le pensioni più  basse. Dal confronto sono stati lasciati "fuori" alcuni temi che verranno approfonditi "in una fase due", ha sottolineato Poletti, aggiungendo che tra le questioni da affrontare c'è anche quella che riguarda "i giovani con carriere discontinue" per cui occorre trovare un meccanismo per garantire uno "zoccolo pensionistico". Tra gli argomenti ancora da definire e affrontare la platea dell'Ape volontaria che "sarà approfondita in vista della legge di bilancio" ha precisato Nannicini.

Soddisfatti, ma non troppo i leader sindacali. Il verbale siglato oggi sugli interventi al pensioni, ha commentato Susanna Camusso "è un buon lavoro ma non si può dire che sia concluso".  Ci sono,  ha continuato" cose non condivise, altre che se pur iniziali reputiamo importanti". Per Carmelo Barbagallo (Uil) i 6 miliardi proposti dal governo "sono insufficienti,  ma li guardiamo con la lente di ingrandimento in prospettiva della seconda fase". "Sono state trovate alcune soluzioni – ha aggiunto – la discussione continua". "Finalmente si usa un linguaggio di coesione sociale e non di spaccatura tra generazioni – ha rilevato Anna Maria Furlan (Cisl) – Non ci accontentiamo, il lavoro va avanti ma il lavoro con il governo è stato produttivo cosa che fino a un anno fa era difficilmente immaginabile". I pensionati, ha proseguito "vedono un po' di giustizia dopo tanti anni di manovre sempre in negativo".

Proprio oggi a poche ore dalla riunione tra governo e sindacati il premier Matteo Renzi ha assicurato: "Le misure sulle pensioni ci saranno e non dipendono dalla trattativa con Bruxelles". "Non saranno quelle iper miliardarie – ha precisato – che chiedono giustamente i sindacati, ma con la logica dei piccoli passi. Se uno vuole andare qualche anno prima rispetto alle regole della legge Fornero, potrà farlo con una leggera riduzione dello stipendio, non potrà farlo gratis. Riusciremo – ha aggiunto il presidente del Consiglio – a dare qualche soldo in più perché è giusto". A stretto giro arriva anche il commento della madrina della riforma: "Qualche aggiustamento può essere fatto. La cosa importante è che sia a favore delle categorie più deboli e non come mance elettorali" ha commentato Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro. Alla domanda se l'espressione "mance elettorali" fosse riferita anche al prossimo referendum costituzionale, Fornero ha risposto: "E' inevitabile, è chiaro a tutti che il governo stia cercando di allargare il consenso".

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