Milano, 1 dic. (LaPresse) – Gjergii Gjoni, il ladro morto nel Milanese dopo aver tentato di svaligiare l’appartamento del pensionato 65enne Francesco Sicignano, sarebbe stato colpito all’interno della cucina della villetta di Vaprio d’Adda, alle porte di Milano, ma sarebbe riuscito a fuggire, per poi accasciarsi e morire sulle scale esterne. È quanto sarebbe emerso dai primi accertamenti del Ris di Parma, che ha effettuato un’analisi genetica sull’ogiva trovata sul pavimento della cucina del pensionato Francesco Sicignano, che la notte tra il 19 e il 20 ottobre si è trovato faccia a faccia in casa con i rapinatori e ha sparato ad uno di loro, un 22enne di origine albanese, uccidendolo. I carabinieri del Ris, da quanto emerge, avrebbero trovato tracce di materiale genetico della vittima sull’ogiva. Non solo. Secondo il medico legale il proiettile, sparato da Sicignano da una distanza ravvicinata, avrebbe colpito il 22enne molto vicino al cuore, nell’area dei grandi vasi sanguigni. Il ladro, dunque, non sarebbe morto sul colpo ma avrebbe avuto circa un minuto di tempo per allontanarsi e poi crollare sulle scale esterne della palazzina. Una ricostruzione, quella che emerge dalle prime valutazioni del medico legale, che è compatibile con il racconto dello stesso Sicignano, che aveva sempre detto di aver sparato vedendo che la vittima e i suoi complici erano entrati nel suo appartamento. La posizione del pensionato, che è accusato di omicidio colposo, si starebbe dunque alleggerendo e l’accusa, se fossero confermati i primi risultati delle indagini, potrebbe essere derubricata in eccesso colposo di legittima difesa o addirittura in legittima difesa.

“A noi non è ancora stato notificato nulla – ha fatto sapere Antonella Pirro, legale del pensionato -, ma siamo felici di constatare che la verità sta emergendo anche dalle indagini. Aspettiamo di vedere come si concluderà l’inchiesta”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata