'Le donne di ora', scritta e registrata da nel 2002, pochi mesi prima di morire, era rimasta in un cassetto

Il progetto è nato fra i banchi di un laboratorio universitario di Genova, quando si è accorto che i suoi studenti avevano un'idea altissima di Giorgio Gaber. Ma che, come spesso accade, lo conoscevano poco. E allora Ivano Fossati ha deciso di mettersi all'opera per raccontare, anche e soprattutto ai più giovani, chi era il Signor G: "Volevo provare a colmare quel vuoto. I ragazzi di 20 anni si lasciano prendere dal suono e non dalle parole. Per questo ho pensato di restaurare i brani di Gaber, come si fa con i quadri antichi, e di renderli 'sonori', però senza tradirli".

A quel punto, Fossati ha cominciato la scelta dei pezzi: solo 14, una briciola rispetto all'immensa produzione del cantautore, ma con l'idea precisa di fornire una "versione leggera, tascabile" del suo lavoro per non spaventare i più giovani con un'opera monumentale. Con l'aggiunta di una chicca: ovvero un inedito, che dà il titolo all'intero disco: 'Le donne di ora'. La canzone, scritta e registrata da Gaber nel 2002, pochi mesi prima di morire, era rimasta in un cassetto. La figlia Dalia l'ha tirata fuori per donarla a Fossati e consentirgli di ultimarla. "Era una registrazione – spiega Ivano – con solo basso, batteria e chitarra. Mi sono chiesto quale suono potesse piacere oggi a Gaber e mi è venuto in mente quello ruvido, generoso e potente ma non patinato di Van Morrison. Ho deciso di farlo così".

Con stima e rispetto, professionali e umani, prima di produrre 'Le donne di ora', Fossati si è posto la domanda se fosse opportuno, vista la decisione di Gaber di non pubblicarla, di squarciare quel velo e di renderla patrimonio di tutti. E' stata una rivelazione a cancellare i dubbi: "Sì, mi hanno raccontato che lui l'aveva pensata addirittura come singolo. Solo non era venuta esattamente come la voleva e alla fine non ce n'è stato il tempo".

Quattordici brani più uno, quindi. Ma, lavorando alla produzione, Fossati è andato oltre con il pensiero: "Mentre ero in studio ho provato a fare la scaletta del secondo album ed è venuta fuori subito, in un quarto d'ora. Le canzoni belle abbondano, si potrebbe continuare all'infinito. Non è un lavoro difficile, semmai è delicato. Mettere le mani sul repertorio di un artista come Gaber sembra sempre arbitrario". C'è però da immaginare un possibile seguito per il progetto: insomma non finisce qui, una promessa non certo una minaccia…

Il disco, presentato nel cantiere del Teatro Lirico che, una volta ultimato, verrà intitolato al cantautore meneghino, esce in occasione del 15esimo anniversario della morte di Gaber, per cui è prevista la rassegna Milano per Gaber, promossa dalla Fondazione, al Piccolo di Milano. Inizierà il 26 marzo con l'appuntamento 'Destra, Sinistra o… Giorgio Gaber', con Graziano Delrio, per proseguire con l'incontro con Ivano Fossati il giorno seguente. Il 28 sarà il momento dello spettacolo 'Polli d'allevamento', con Giulio Casale, per chiudere il 29 con 'La sedia da spostare' di e con Enrico Bertolino.

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