I settori più colpiti frutta, carni e formaggi

Nel 2015, primo anno soggetto interamente all'embargo, il valore dell'export dall'Italia alla Russia di prodotti agricoli e agroalimentari risulterà dimezzato a 241 milioni di euro. Sono le stime del Centro studi di Confagricoltura, che sottolinea che fra il 2009 e il 2013 avevano segnato, in valore, un incremento del 119%, a 485 milioni di euro. L'associazione parla di "effetti pesantissimi, diretti ed indiretti per l'agroalimentare del nostro Paese". Un prezzo, dunque, che Confagricoltura calcola in 244 milioni. 

Più dettagliata l'analisi fatta dal Centro studi sui dodici mesi tra agosto 2014 e luglio 2015. Guardando alle diverse categorie di prodotti agroalimentari, quelle che hanno subìto, in seguito all'embargo, la maggiore flessione dei valori esportati in Russia sono: frutta (-56,9 milioni di euro), carni e frattaglie (-44,2 milioni), formaggi e latticini (-41,7 milioni). Le maggiori flessioni percentuali riguardano: ortaggi (-98,9%), frutta (-94,5%), formaggi e latticini (-93,6%), carni e frattaglie (-88,4%).

Gli effetti dell'embargo russo – mette in evidenza il Centro studi di Confagricoltura – non si sono fatti sentire solo nel nostro Paese. Nel 2013 l'Italia rappresentava il 5,1% dell'export complessivo di prodotti agroalimentari verso la Russia (bevande escluse) dei Paesi dell'Unione europea, posizionandosi, nonostante il forte progresso registrato negli ultimi anni (+119% fra il 2009-2013), all'ottavo posto. In seguito all'embargo, il nostro Paese ha subìto una riduzione dei valori esportati verso la Russia del 50,3%, sensibilmente inferiore a quella di tutti i principali Paesi Ue, escluse Olanda e Germania, salendo così al quinto posto, preceduto solo da Olanda, Germania, Polonia e Lituania.

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