I documenti sono stati portati al vaglio della procura. Il giudice ha aggiornato il procedimento al prossimo 8 giugno

Nuovi documenti al vaglio della procura di Roma potrebbero riaprire le indagini sulla morte della giornalista Ilaria Alpi, e del suo operatore, Miran Hrovatin avvenute il 20 marzo del 1994, in Somalia. Si tratta di alcune conversazioni, intercettate nel 2012 a Firenze, durante le quali persone di nazionalità somala che vivono in Italia parlava dell'agguato e del duplice omicidio. Del dialogo intercettato sono stati messi a conoscenza solo di recente i magistrati responsabili del fascicolo.

La pm Maria Rosaria Guglielmi ha depositato le nuove carte stamani, durante l'udienza fissata davanti al gip per decidere sulla richiesta di archiviazione dell'indagine avanzata nel luglio scorso dalla procura. Alla luce di questa novità e di altri materiali depositati dai legali della famiglia Alpi, il giudice ha aggiornato il procedimento al prossimo 8 giugno. In queste settimane gli inquirenti analizzeranno le carte arrivate da Firenze.

Durante l'udienza di piazzale Clodio, si è tenuta davanti al tribunale, una manifestazione cui hanno aderito Fnsi, Ordine dei Giornalisti, Usigrai e i Comitati di redazione della Rai. Presenti anche le associazioni Art.21 e Libera Informazione. Nella richiesta di archiviazione, la procura affermava che non era stato possibile individuare gli esecutori e i mandanti del duplice omicidio.

"Prendo atto che oggi la Procura di Roma ha prodotto una nuova documentazione su questa vicenda. Non voglio fare alcun commento, perché mi sono illusa troppe volte. Il giudice ha fissato una nuova udienza per la discussione e noi faremo di tutto perché questa inchiesta non finisca in archivio. Da troppo tempo siamo in attesa di una verità che non arriva. Andiamo avanti insomma, anche se sono stanca", ha commentato la madre di Ilaria, Luciana. 

In aula c'era anche Omar Hashi Hassan, il cittadino somalo che per il delitto di Ilaria e di Miran scontò ingiustamente quasi 17 anni di carcere: "Sono venuto qui oggi per dare sostegno a Luciana e per avere giustizia dopo tanti anni. Luciana e il papà di Ilaria, Giorgio, mi hanno sempre aiutato e hanno sempre sostenuto la mia innocenza, fin dal primo giorno. La famiglia Alpi chiese da subito che venissi scarcerato, perché era convinta della mia innocenza, e mi è stata vicina fino all'assoluzione. È giusto che anche lei abbia giustizia e che l'inchiesta non venga archiviata, e io voglio essere al suo fianco".

Hassan ha ottenuto un risarcimento pari a 3,1 milioni di euro, con una provvisionale di 300 mila per l'errore giudiziario di cui è stato vittima, anche se non ha ancora incassato nulla: "Vivo tra l'Italia, l'Olanda e la Svezia, contando sull'aiuto dei miei familiari e sulla solidarietà di tante persone. In Somalia non sono più tornato. Quanto ai soldi, il mio difensore, l'avvocato Tonino Moriconi, dice che i tempi purtroppo saranno lunghi perché il ministero della Giustizia deve prevedere un accantonamento ad hoc della somma".

(Foto da www.ilariaalpi.it)

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