Il sindacato USB, che ha promosso uno sciopero generale per il 22 settembre a difesa del Popolo Palestinese, denuncia “il grave clima intimidatorio che la Commissione di Garanzia cerca di instaurare minacciando esplicitamente gravi provvedimenti nei confronti dei promotori dello sciopero“. In particolare, in un suo recente provvedimento, la Commissione ha confermato la legittimità dell’iniziativa sindacale, escludendo solo alcune categorie e ambiti territoriali, ma ha anche chiesto il massimo rigore nel rispetto delle regole in materia di sciopero nei servizi pubblici essenziali nonché del dovere sindacale di non promuovere e di dissociarsi da modalità di sciopero anomale e non conformi a quelle previste dal nostro Ordinamento. “Oltre ad esprimere la legittimità dello sciopero la commissione ha chiesto al sindacato di dissociarsi da eventuali iniziative non rientranti nelle ‘normali’ modalità dello sciopero stesso. Al di là della velata minaccia di ritorsioni vorrei ricordare che in Italia non esiste l’obbligo di dissociazione per nessuno“, spiega Arturo Salerni, avvocato. “Il diritto di sciopero non si tocca – rimarca Francesco Staccioli, esecutivo nazionale USB lavoro privato – la difesa dei popoli, la pace, la sicurezza dei lavoratori, la difesa della nostra Costituzione non sono negoziabili. Tutti possono scioperare perché lo sciopero rispetta tutte le regole, può scioperare anche chi non è iscritto al sindacato USB”.
