Papa Leone XIV parla ai vescovi giunti in Vaticano per il Giubileo. Ogni vescovo deve “essere fermo e deciso nell’affrontare le situazioni che possono dare scandalo e ogni caso di abuso, specialmente nei confronti di minori, attenendosi alle attuali disposizioni”.
Il vescovo deve vivere “la povertà evangelica. Ha uno stile semplice, sobrio e generoso, dignitoso e nello stesso tempo adeguato alle condizioni della maggior parte del suo popolo. Le persone povere devono trovare in lui un padre e un fratello, non sentirsi a disagio nell’incontrarlo o entrando nella sua abitazione. Egli è personalmente distaccato dalle ricchezze e non cede a favoritismi sulla base di esse o di altre forme di potere. Il Vescovo non deve dimenticare che, come Gesù, è stato unto di Spirito Santo e inviato a portare il lieto annuncio ai poveri”, dice poi il Papa.
Il celibato “è un carisma da riconoscere, custodire ed educare”, aggiunge il Pontefice. “Non pensatevi quindi soli, e nemmeno pensatevi da soli”, ha proseguito invitando i seminaristi “a coltivare sempre la comunione, anzitutto con i vostri compagni di Seminario”.
Ai vescovi poi dice che ogni vescovo è chiamato a vivere “quella forma di povertà che è il celibato e la verginità per il Regno dei cieli”. “Non si tratta solo di essere celibe, ma di praticare la castità del cuore e della condotta e così vivere la sequela di Cristo e offrire a tutti la vera immagine della Chiesa, santa e casta nelle membra come nel Capo”, spiega Prevost.
“Il Pastore – aggiunge – è chiamato a coltivare quelle virtù umane, che anche i Padri conciliari hanno voluto menzionare nel Decreto Presbyterorum Ordinis e che a maggior ragione sono di grande aiuto al Vescovo nel suo ministero e nelle sue relazioni. Possiamo menzionare la lealtà, la sincerità, la magnanimità, l’apertura della mente e del cuore, la capacità di gioire con chi gioisce e soffrire con chi soffre; e così pure il dominio di sé, la delicatezza, la pazienza, la discrezione, una grande propensione all’ascolto e al dialogo, la disponibilità al servizio. Anche queste virtù, delle quali ciascuno di noi è più o meno dotato per natura, possiamo e dobbiamo coltivarle in conformità a Gesù Cristo, con la grazia dello Spirito Santo”.