Il pontefice all'udienza generale: "Promuovere pace, siamo unica famiglia umana"
“Il cuore della Chiesa è straziato per le grida che si levano dai luoghi di guerra. Dall’Ucraina, Iran, Israele e Gaza. Non dobbiamo abituarci alla guerra“. Papa Leone XIV solleva il suo grido di dolore al termine dell’udienza generale del mercoledì in Piazza San Pietro. E ammonisce: “Bisogna respingere come una tentazione il fascino degli armamenti potenti e sofisticati, poiché nella guerra odierna si fa uso di armi scientifiche di ogni genere” e “la sua atrocità minaccia di condurre i combattenti a una barbarie di gran lunga superiore a quella dei tempi passati”.
“Promuovere pace e riconciliazione, siamo unica famiglia umana”
“Il mio saluto speciale va ai membri della delegazione internazionale ‘Hope80’ all’inizio del pellegrinaggio ‘Fiamma della Speranza’, che si impegnano a promuovere la riconciliazione e la pace in quest’anno che celebra l’80esimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. Possa la luce dell’amore divino e della fraternità ardere sempre intensamente nei cuori degli uomini e delle donne della nostra unica famiglia umana“, dice Leone XIV salutando i fedeli in lingua inglese.
La citazione di Francesco: “La guerra è sempre una sconfitta”
“In nome della dignità e del diritto internazionale ripeto ai responsabili ciò che soleva dire Papa Francesco: ‘La guerra è sempre una sconfitta’”, sottolinea Leone XIV, che cita anche la storica frase di Pio XII: “Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra“.
“La delusione può paralizzarci ma la vita è nelle nostre mani”
“A volte ci sembra che sia inutile continuare a sperare; diventiamo rassegnati e non abbiamo più voglia di lottare“. Una condizione di “malati” che diventa “un pretesto per non decidere cosa fare della nostra vita”. “Quello che ci paralizza, molte volte, è proprio la delusione. Ci sentiamo scoraggiati e rischiamo di cadere nell’accidia“, dice poi il pontefice tenendo la catechesi sull’episodio del Vangelo sulla guarigione di un paralitico. “Pensiamo – spiega Prevost – che le cose ci capitano perché non siamo fortunati, perché il destino ci è avverso. Quest’uomo è scoraggiato. Si sente sconfitto nella lotta della vita. Gesù invece lo aiuta a scoprire che la sua vita è anche nelle sue mani. Lo invita ad alzarsi, a risollevarsi dalla sua situazione cronica, e a prendere la sua barella”. Infine l’appello: “Preghiamo per tutti coloro che si sentono paralizzati, che non vedono vie d’uscita”.
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