Appello di Papa Francesco per la pace in Medio Oriente. “Cessate il fuoco, cessate il fuoco! Fermatevi, fratelli e sorelle, la guerra sempre è una sconfitta, sempre, sempre”, ha detto il Santo Padre al termine dell’Angelus, riprendendo le parole del vicario in Terra Santa, Ibrahim Faltas. L’invocazione del Papa è stata accolta con un grande applauso da parte dei fedeli presenti in Piazza San Pietro.
“A Gaza, in particolare, si lascino spazi per garantire gli aiuti umanitari e siano liberati subito gli ostaggi”. Lo ha detto Papa Francesco al termine della recita dell’Angelus in Piazza San Pietro a Roma. “Che nessuno abbandoni la possibilità di fermare le armi”, ha aggiunto il Pontefice, in riferimento alla situazione in Medioriente. Poco prima, il Santo Padre aveva celebrato la messa per la conclusione della prima sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi. “Noi, discepoli di Gesù, vogliamo portare nel mondo un altro lievito, quello del Vangelo: Dio al primo posto e insieme a Lui coloro che Egli predilige, i poveri e i deboli”, ha detto il Pontefice.
“Questa – ha aggiunto il Santo Padre – è la Chiesa che siamo chiamati a sognare: una Chiesa serva di tutti, serva degli ultimi. Una Chiesa che non esige mai una pagella di ‘buona condotta’ ma accoglie, serve, ama. Una Chiesa dalle porte aperte che sia porto di misericordia”.
Secondo la Gendarmeria vaticana, erano presenti in Piazza San Pietro per la recita dell’Angelus circa 20mila fedeli. Lo riferisce la sala stampa vaticana. Il consueto appuntamento domenicale si è tenuto come sempre alle 12 in piazza San Pietro, al termine della Santa Messa presieduta nella Basilica Vaticana a conclusione della prima Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”.
“Penso a quante volte, dietro belle parole e suadenti promesse, vengono favorite forme di sfruttamento o non si fa nulla per impedirle. È un peccato grave sfruttare i più deboli, un peccato grave che corrode la fraternità e devasta la società”, ha detto ancora Francesco.
“Amare è servire. Nel grande comandamento Cristo lega Dio e il prossimo, perché non siano mai disgiunti. Non esiste un’esperienza religiosa autentica che sia sorda al grido del mondo. Non c’è amore di Dio senza coinvolgimento nella cura del prossimo, altrimenti si rischia il fariseismo”, ha detto il Santo Padre. “Magari – ha aggiunto il Pontefice – abbiamo davvero tante belle idee per riformare la Chiesa, ma ricordiamo: adorare Dio e amare i fratelli col suo amore, questa è la grande e perenne riforma. Essere Chiesa adoratrice e Chiesa del servizio, che lava i piedi all’umanità ferita, accompagna il cammino dei fragili, dei deboli e degli scartati, va con tenerezza incontro ai più poveri. Dio lo ha comandato nella prima Lettura, chiedendo di aver riguardo degli ultimi”.