Nuovo appello del Pontefice durante l'Angelus domenicale in piazza San Pietro

Un appello accorato, quasi urlato, perché si fermi la guerra in Ucraina e “tacciano le armi” perché, se si continua a combattere, il pericolo dell’autodistruzione dell’uomo è dietro l’angolo. Papa Francesco rinnova il suo no alla guerra in Ucraina al termine dell’Angelus domenicale in piazza San Pietro e dice “basta” alla guerra in terra ucraina. Il Pontefice si sta muovendo in prima persona per la popolazione martoriata dalle bombe russe, come dimostra anche l’ultima donazione di un’ambulanza a Leopoli che sarà consegnata dall’elemosiniere Konrad Krajewski.

Oltre a far lavorare la diplomazia vaticana, Bergoglio sta soprattutto usando tutta la sua forza comunicativa per chiedere di fermare le ostilità. “È passato più di un mese dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, dall’inizio di questa guerra crudele e insensata, una guerra che rappresenta una sconfitta per tutti per tutti noi. C’è bisogno di ripudiare la guerra”, dice al termine dell’Angelus.

“Rinnovo il mio appello: basta! Ci si fermi, tacciano le armi e si tratti seriamente per la pace”, ripete il Papa affacciato dalla finestra su piazza San Pietro. “La guerra è un atto barbaro e sacrilego, la guerra non può essere qualcosa di inevitabile – sottolinea ancora con forza il Pontefice -. Non dobbiamo abituarci alla guerra dobbiamo invece convertire lo sdegno di oggi nell’impegno di domani, perché se da questa vicenda usciremo come prima saremo in qualche modo tutti i colpevoli di fronte al pericolo di autodistruggersi”.

Una guerra – ricorda il Papa – che arriva dopo due anni di pandemia che ha segnato la vita di tutti, anche quella del Pontefice. “Proprio due anni fa, da questa Piazza, abbiamo elevato la supplica per la fine della pandemia. Oggi – conclude Bergoglio – l’abbiamo fatto per la fine della guerra in Ucraina”.

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