Roma, 24 ott. (LaPresse) – Giulio Regeni, “non lo conoscevamo e, soprattutto, non era un agente del Servizio Italiano, non lo conoscevamo e non risultano elementi di conoscenza diretta o indiretta con lui. Chiesi ai Servizi inglesi se Giulio fosse una loro fonte e mi è stato detto di no e comunicai tutto questo”. Così Alberto Manenti, ex direttore dell’Aise, nel corso della sua deposizione davanti ai giudici della Corte d’Assise di Roma e al procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi e all’aggiunto Sergio Colaiocco, nel processo per il rapimento la tortura e l’omicidio, Giulio Regeni, ricercatore friulano assassinato in Egitto nel 2016.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata