Roma, 18 ott. (LaPresse) – “In ragione dei principi affermati dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea, il Paese di origine” dei migranti arrivati nel Cpr di Gjader, in Albania (Bangladesh ed Egitto, ndr) “non può essere riconosciuto come Paese sicuro”. Così la giudice del tribunale di Roma, Antonella Di Tullio, nel dispositivo con cui non sono stati convalidati i provvedimenti di trattenimento. “In caso di non convalida del provvedimento e di mancanza di titolo di permanenza nelle strutture albanesi” si legge nel dispositivo comporta che lo stato di libertà “può essere riacquisito soltanto per il tramite delle Autorità italiane e fuori del territorio dello Stato albanese, delineandosi di conseguenza, in assenza di alternative giuridicamente ammissibili, il diritto del richiedente protezione a riacquisire lo stato di libertà personale mediante conduzione in Italia”.

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