Milano, 9 ott. (LaPresse) – “Dal punto di vista europeo la situazione è un po’ delicata, perché nel momento in cui ci siamo impegnati a una transizione verso l’elettrico senza avere, per il momento, nessun vantaggio competitivo nelle tecnologie di transizione, ci troviamo a dover scegliere tra poter raggiungere gli obiettivi di elettrificazione che ci siamo dati nei prossimi anni e quello di non importare troppo le tecnologie di transizione dalla Cina in modo da favorire la trasformazione strutturale della nostra industria”. Lo dice a LaPresse Gianmarco Ottaviano, professore ordinario della Cattedra Achille e Giulia Boroli in Studi Europei all’Università Bocconi. “Se non avessimo un termine così stringente la cosa potrebbe essere gestita con meno ansia, invece abbiamo queste scadenze al 2030 che dovremmo raggiungere con tecnologie di transizione nostre che per il momento non hanno la scala produttiva che servirebbe. Dipendiamo dalle tecnologie cinesi, c’è poco da fare”, spiega Ottaviano, aggiungendo che “ci siamo legati le mani con queste scadenze, poi diventa più difficile raggiungere i propri obiettivi”.

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